Per gli spostamenti dei loro dipendenti le imprese puntano sulla flessibilità e sull'integrazione dei vari mezzi a disposizione, chiedono soluzioni telematiche che facilitino la gestione dei parchi veicolari e pretendono la massima sicurezza. Questi, in sintesi, i dati più eclatanti del rapporto "Barometro 2015 delle flotte aziendali". L'analisi annuale realizzata da Arval, realtà del Gruppo BNP Paribas specializzata nei servizi di mobilità per i professionisti e per le società, è stata stilata in base alle risposte di 4.557 fleet manager sparsi per il mondo, di cui 3.632 europei e 300 italiani.
Il Corporate Vehicle Observatory italiano, attivo da 10 anni, ha poi comparato i trend del settore. In questo periodo le immatricolazioni business, pur rimanendo sostanzialmente stabili nel numero, hanno guadagnato il 4% di quota del mercato, passando dal 14,20% al 16,28% del totale. Tra i fenomeni nuovi più evidenti c'è la sensibilità delle aziende verso le politiche ambientali: oggi, il 40% di quelle con oltre 100 dipendenti, dispone di un veicolo ecologico. Interessante è anche la crescente sensibilità per la "sharing economy", in pratica verso l'utilizzo delle vetture più che il loro possesso. Al riguardo va sottolineata la richiesta di "mobility manager" in luogo di semplici "fleet manager", cioè di figure professionali in grado di gestire e integrare il parco auto con forme condivise di mobilità come il car pooling e i vari tipi di car sharing. Dalle analisi comparate dal 2004 a fine 2014 risulta, inoltre, evidente un parallelismo tra l'andamento del Pil e le dimensioni delle flotte: quando l'economia cresce vi è una maggior propensione delle aziende ad ampliare i propri parchi auto. Cosa succederà a breve? Al riguardo i fleet manager europei evidenziano aspettative positive, quelli italiani maggiori incertezze, almeno per quel che riguarda le aziende tra i 100 e i 999 dipendenti. Allineata con quella europea è, invece, la scelta degli strumenti finanziari utilizzati nello Stivale per l'acquisto delle macchine "business": 16% leasing operativo, 24% leasing finanziario, 66% altre formule, rispetto una media nel Vecchio Continente rispettivamente del 24%, del 21% e del 55%.