Ogni anno in Italia si stima vengano immesse illegalmente nel mercato nazionale tra le 30 e le 40mila tonnellate di pneumatici; questo significa un mancato versamento del contributo ambientale per la raccolta e il riciclo pari a circa 12 milioni di euro, e un'evasione dell'Iva di circa 80 milioni, oltre all'aumentare il rischio di abbandono nell'ambiente di vecchie gomme (chiamati Pfu, cioè i Pneumatici fuori uso) derivanti da attività illegali. Questi i contenuti principali del rapporto 'I flussi illegali di pneumatici e Pfu in Italia', presentato oggi a Roma al ministero dell'Ambiente.
Il documento illustra l'attività svolta dall'Osservatorio e dalla piattaforma 'CambioPulito' per contrastare le pratiche illegali del settore; il progetto è promosso da Legambiente insieme con i consorzi Ecopneus, EcoTyre e Greentire, e le associazioni di categoria Confartigianato, Cna, Airp, Federpneus e Assogomma.
Da gennaio dell'anno scorso il ministero dell'Ambiente ha imposto ai consorzi della raccolta e del recupero di Pfu un incremento del target del 5%; ma - viene spiegato - i flussi illegali continuano a condizionare il sistema, penalizzando l'attività degli operatori onesti, dal momento che i Pfu illegali si confondono insieme a quelli da raccogliere. Questo porta all'accumulo di Pfu nei piazzali degli operatori e al rischio di abbandoni illegali nell'ambiente.
Da giugno 2017 al 15 dicembre 2019, la piattaforma riservata agli operatori del settore ha registrato 361 denunce di illeciti che hanno riguardato 301 società. Le segnalazioni raccolte si sono concretizzate in 8 esposti alle Forze dell'ordine: ai Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente, con la segnalazione di 136 aziende (126 italiane e 10 straniere), con il 35% di sanzioni; all'Autorità garante del mercato e della concorrenza, con la segnalazione di 14 siti internet (5 italiani, 9 esteri); al Reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza di Napoli, con la segnalazione di 24 casi soltanto in Campania. Le denunce si sono concentrate su presunte commercializzazioni illegali on-line e smaltimento illecito, sull'omesso versamento contributo Iva e contributo ambientale, sull'esercizio abusivo e sulla concorrenza sleale. Circa l'80% delle segnalazioni ha riguardato presunte violazioni delle regole di commercio, della libera concorrenza e del mercato del lavoro. Anche se la gestione degli pneumatici a fine vita rappresenta in Italia "un'eccellenza che ogni anno assicura su tutto il territorio nazionale il recupero di oltre 380mila tonnellate di Pfu, si annidano sacche di illegalità tra Pfu spacciati per gomme usate, furti per attività di riciclo illegale, truffa sui sistemi di pesatura". Tra le regioni più interessate dalle segnalazioni, Campania (77 segnalazioni), Lombardia (51), Puglia (25), Abruzzo (22), Emilia Romagna (21), Sicilia (18), Calabria (17), Liguria (15) e Lazio (14). La filiera ha presentato alcune proposte al ministro per il contrasto dei fenomeni illegali: trasparenza del sistema di raccolta e avvio al riciclo di Pfu; tracciabilità dei flussi; rafforzamento del sistema dei controlli; promozione delle filiere di recupero di materia della gomma riciclata da Pfu. Infine viene auspicata l'istituzione del registro dei produttori e degli importatori di pneumatici e l'aggiornamento almeno semestrale della Banca informativa pneumatici, oltre all'istituzione al ministero di un ufficio di controllo dei soggetti autorizzati alla raccolta di Pfu (consorzi e individuali), e la costituzione di una task-force tra forze dell'Ordine e Agenzia delle dogane.