Il mercato automobilistico italiano si appresta ad archiviare l'anno con un vero crollo e, per svoltare, i nuovi incentivi sono fondamentali. Il 2020, secondo le stime del presidente del Centro Studi Promotor, Gian Primo Quagliano, chiuderà con un calo del 28% delle immatricolazioni che si attesteranno intorno a 1.380.000 unità, "un livello da anni '70 del secolo scorso".
Per questo il via libera della Commissione Attività Produttive di Montecitorio al pacchetto di nuovi incentivi auto, che sarà inserito nella manovra, consente di tirare un sospiro di sollievo per le sorti del mercato. La strada è quella attesa dagli operatori del settore: all'extra bonus di 2.000 euro per i veicoli elettrici e ibridi - ha spiegato il capogruppo Pd in commissione Attività produttive di Montecitorio, Gianluca Benamati - si aggiunge infatti il bonus di 1.500 euro per gli euro 6 di ultima generazione.
In entrambi i casi in presenza di rottamazione e con uno sconto aggiuntivo di 2000 euro richiesto al venditore. D'altra parte proprio gli incentivi, inseriti nel Decreto Rilancio grazie a un emendamento dello stesso Benati, hanno evitato nel 2020 un risultato ancora peggiore, ha spiegato Quagliano nella conferenza stampa annuale organizzata dal Centro Studi Promotor sulle prospettive dell'economia e del mercato dell'auto. Sul 2021 incombono anche le incognite legate alla pandemia. Oltre agli incentivi, il decorso del virus con il rischio di una terza ondata influirà sulle immatricolazioni che alla fine del prossimo anno potrebbero collocarsi tra 1.435.000 e 1.735.000 unità. L'obiettivo che il Paese deve porsi - secondo il Csp - è quello di recuperare già nel 2022 un livello vicino alla media degli anni che hanno preceduto il grande crollo iniziato nel 2008, intorno a 2.200.000 immatricolazioni. "Un obiettivo ambizioso ma raggiungibile proprio grazie agli incentivi che possono anche dare un positivo apporto alle finanze pubbliche e un contributo significativo al contenimento delle emissioni", sottolinea Quagliano. Anche per il mercato dell'auto il Recovery Fund è "un treno da non perdere". Il calo delle immatricolazioni tra il 2007 e il 2019 era del 23,1%. Ritornare ai livelli ante-crisi è la parola d'ordine che apre la strada per eliminare l'anomalia di un paese come l'Italia che, a causa di un parco circolante di auto vecchio, ha anche il tasso di mortalità da incidenti stradali più alto tra quello dei maggiori Paesi europei (55 morti per milione di abitante nel 2019 in Italia, contro i 51 della media europea).