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Il mondo dell'auto piange la scomparsa di Roberto Bonetto

Colonna portante di Quattroruote e delle 'prove su strada'

Redazione ANSA

ROMA - E' morto a Milano all'età di 79 anni Roberto Bonetto, fino al 2004 vicedirettore di Quattroruote e grande artefice - con una squadra di 'superesperti' - del successo negli Anni '60 e a seguire del mensile della Editoriale Domus. Quella di Bonetto, nel magazine che è diventato sinonimo di precisione e competenza nell'analizzare le automobili d'ogni categoria e cilindrata, è stata una lunghissima carriera, iniziata - si legge sul sito di Quattroruote - nel 1962 "da collaudatore volontario con una dedizione totale e assoluta al giornale".

Bonetto, lo sanno bene i tanti giornalisti che si sono formati con lui, "dormiva pochissimo e scriveva nelle ore notturne, arrivava in redazione all'alba e alle 8 di sera era ancora lì, accollandosi gran parte del lavoro e accentrandolo anche, elemento tipico di chi ha un carattere di ferro, severo prima di tutto con se stesso".

Figlio del grande pilota della Lancia F1 Felice Bonetto, tragicamente scomparso nella Carrera Panamericana del 1953, Roberto era legato al mondo dei motori anche attraverso il cugino Rodolfo Bonetto, grande designer industriale (lavorò anche alla Pininfarina dal 1951 al 1957) e vincitore di 8 compassi d'oro. Diventato giornalista professionista nel 1965, Roberto Bonetto è stato anche autore di numerosi libri dedicati ai motori e alle competizioni, tra cui 'Le Moto, Specialità, Pilot e Marche', 'Rallyes', 'Alfa Romeo 195-2003' e, ancora, 'Ferrari Una Leggenda Italiana' tradotto in numerosissime lingue. Dopo aver lasciato Quattruoruote nel 2004 aveva collaborato come insegnante alla Scuola Politecnica di Design.

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