Nonostante i progressi compiuti, continuano ad aumentare le vittime della strada: ogni anno nel mondo ben 1,35 milioni di persone perdono la vita a causa di un incidente stradale. Le lesioni e ferite subite sono il principale killer di bambini e giovani tra i 5 e 29 anni. Lo ricorda l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in occasione della V Settimana globale dell'Onu sulla sicurezza stradale, che si celebra dal 6 al 12 maggio. Di tutte le vittime, il 26% sono pedoni e ciclisti, mentre motociclisti e passeggeri sono il 28%. Il rischio di morire in un incidente è triplo nei paesi poveri, rispetto a quelli più ricchi, con il tasso più alto in Africa (26.6 per 100mila abitanti) e il più basso in Europa (9.3). "Le morti e le ferite causate dagli incidenti stradali sono un prezzo inaccettabile da pagare alla mobilità - commenta Etienne Krug, direttore del dipartimento di prevenzione della violenza e infortuni dell'Oms - Non si può giustificare la mancanza di interventi. E' un problema che ha delle soluzioni verificate. I governi devono prendere l'iniziativa e accelerare l'implementazione di azioni efficaci per salvare vite". Lì dove si sono fatti progressi, rileva l'Oms, è perchè si è intervenuto a livello legislativo su fattori di rischio come ad esempio la velocità, la guida sotto stato d'ebbrezza, le cinture di sicurezza, caschi per motociclisti, seggiolini per i bambini, piste ciclabili e corsie dedicate a pedoni.