Anche se l'iconografia ci ha tramandato le immagini degli Alpini impegnati in difficili arrampicate sulle Alpi o, al massimo, con l'aiuto dei fedeli muli per trasportare armamenti e altri carichi pesanti, la motorizzazione militare ha svolto un ruolo determinante nella storia di questo Corpo. La grande Adunata che si sta svolgendo a Milano, offre l'occasione per ricordare alcuni di questi veicoli e alcune delle tappe che hanno contraddistinto la sostituzione delle quattro zampe con le quattro (e più) ruote.
Ne è un esempio il celebre autocarro Fiat 18 BL che nel 1915, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, affiancò il precedente 15 Tre. Impiegato in tutto l'arco del conflitto per i trasporti nelle retrovie, comprese le munizioni per artiglieria, questo robusto autocarro - di cui esistono ancora oggi diversi esemplari, alcuni dei quali amorevolmente custoditi da tesserati ASI - contribuì in diverse occasioni a sostenere l'offensiva degli Alpini e delle altre truppe italiane, come nel maggio 1916 quando aiutò ad arrestare l'avanzata austriaca nel Trentino.
Altra 'icona' - ma diversamente meno apprezzata da chi l'ha collaudata e raramente utilizzata - è stata il cosiddetto Mulo Meccanico, un rivoluzionario mezzo di trasporto ispirato ai motocarri e dotato di trazione integrale sulle tre ruote. Dopo una fase di collaudo alla fine degli Anni '50, l'Esercito fece costruire due lotti di questi mezzi alla Moto Guzzi fra il 1960 e il 1961, per un totale di circa 200 unità. Del Mulo Meccanico - 'una fornitura specifica per l'Esercito, ha affermato in seguito la Casa di Mandello Lario, non certo soddisfatta del risultato ottenuto - si è parlato e scritto molto, evidenziando che non si poteva certo trattare di un 'rimpiazzo' dei muli (usciti di scena nel 1992-1993) ma nemmeno alternativa ai primi fuoristrada già in dotazione agli Aplini, come l'Alfa Romeo AR51, la Fiat Campagnola.
Il Mulo Meccanico, tecnicamente molto sofisticato, non si rivelò infatti adatto a manovrare nei viottoli e men che meno sulle mulattiere. E assolutamente poco utilizzabile nelle salite visto che quando la pendenza diventava importante tendeva a cappottare all'indietro. Le Penne Nere, fortunatamente, hanno potuto beneficiare in tempi moderni di mezzi ben più efficaci e funzionali, come le Land Rover Defender AR 90, l'autocarri Lancia ACL 90, l'autocarro tattico logistico Iveco ACTL 4x4 e, soprattutto, il veicolo tattico leggero multiruolo Iveco Lince - sviluppato anche con la contribuzione della Scuola Militare di base ad Aosta - e dimostratosi decisivo in tutte le operazione di peacekeeping in cui gli Alpini sono stati impegnati negli ultimi decenni e su terreni ben diversi e ben più impegnativi delle nostre montagne. (