ROMA - Esattamente dieci anni fa il debutto dell'iPhone fece compiere un formidabile balzo in avanti all'innovazione, con un effetto più che positivo per gli utenti ma provocando un'inaspettata disgregazione dell'intero settore della telefonia mobile e una rapida decimazione delle grandi industrie come Nokia e Motorola. Ora, sottolinea uno studio pubblicato da Bloomberg News, la stessa dinamica 'disgregatoria' potrebbe essere replicata dalla diffusione delle auto elettriche e soprattutto da quelle a guida autonoma. Così com'era accaduto con l'iPhone che aveva spostato la funzione del telefonino dalla conversazione a quella della fruizione dei servizi - grazie alla connessione mobile a internet - a breve le auto elettriche autonome potrebbero infatti disgregare la tradizionale funzione delle quattro ruote private (la mobilità individuale esclusiva) spostandola anche in questo caso nell'ambito della fruizione 'on demand' e di molte altre opportunità oggi praticamente inesplorate, come la consegna delle merci ordinate con l'e-commerce. ''Le auto elettriche da sole non possono aggiungere molto - ha dichiarato in un'intervista David Eyton, responsabile della tecnologia del colosso petrolifero BP Plc - Ma aggiungendo la condivisione dell'auto, e la sua utilizzazione pool, i numeri potrebbero diventare significativamente maggiori''. Per svolgere la sua funzione disgregatoria nei confronti del tradizionale schema 'automobile-libertà individuale', il veicoli elettrici a guida autonoma hanno dunque la potenzialità di replicare quando avvenuto dopo il lancio di iPhone da parte di Apple, cioè la proliferazione di servizi innovativi - si pensi a Facebook o WhatsApp - che hanno trovato proprio negli smartphone il terreno fertile di crescita. La maggior parte degli analisti, si legge nel report di Bloomberg - vede il passaggio dal petrolio all'elettricità nel trasporto come un lento processo incrementale guidato dal miglioramento del costo e della capacità delle batterie e dalle norme sulle emissioni progressivamente sempre più strette.
''Piuttosto che di un fenomeno in cui i motori elettrici che sostituiscono gradualmente quelli a combustione interna all'interno del modello esistente - ha detto l'economista Tim Harford - probabilmente si tratterà di un cambiamento sistemico''. La rivoluzione non riguarderà dunque solo l'hardware (le auto elettriche a guida autonoma) ma anche e soprattutto il software, cioè il complesso delle modalità di fruizione di questi nuovi servizi condivisi e personalizzabili. La disgregazione viaggerà dunque su due livelli: da un lato la mancanza di complessità meccanica delle auto elettriche e quindi la drastica riduzione dei problemi di manutenzione, e dall'altro la possibilità di utilizzare i veicoli a guida autonoma 24 ore su 24, con opportunità di business ancora inesplorate. ''La competitività dipenderà molto dall'utilizzo delle auto'' - ha dichiarato Laszlo Varro, capo economista dell'International Energy Agency - e già oggi un veicolo medio Uber copre in Europa un terzo in più della distanza di una tipica auto da famiglia, amplificando il potenziale beneficio dei costi di esercizio anche se ''il livello del prezzo del petrolio al barile a cui ha senso passare all'elettricità è di 30 dollari più in su rispetto a quello attuale''. Bloomberg New Energy Finance ha già indicato nel 2020 la data da cui il costo totale di proprietà dei veicoli elettrici e di quelli mossi dal petrolio raggiungerà la parità nel solo caso delle flotte di mobilità condivisa, mentre perle auto di proprietà privata occorrerà attendere altri 5 anni.
Tuttavia la velocità con cui l'iPhone ha disgregato la realtà precedente potrebbe non essere replicata dalle auto elettriche a guida autonoma: a differenza della telefonia, nell'ambito della mobilità molti ostacoli normativi, legali, etici e comportamentali potrebbero rallentare questo fenomeno, e allontanare (si parla del 2030) una diffusione su ampia scala.