(Di Andrea Silvuni)
"Per il mercato italiano non dovrebbero esserci ricadute sulle vendite di auto nuove, soprattutto perché la vicenda del diesel Volkswagen, che riguarda gli Euro 5, è scoppiata dopo la data del primo settembre cioè da quando è fatto obbligo di vendere auto a benzina e a gasolio Euro 6". E' quanto ha detto ad ANSA Gianprimo Quagliano, analista del settore e presidente del Centro Studi Promotor, secondo cui dovrebbe essere confermata l'ultima previsione di un 2015 a 1.560.000 unità vendute, "un 15% in più rispetto al 2014 ma anni luce lontano dai valori ante crisi". Secondo Quagliano, "anche nella recente vicenda dei diesel Volkswagen vi è un aspetto virtuoso, ed è il fatto che consentirà di trarre utili insegnamenti per accelerare il riordino delle regole globali sulle emissioni delle auto, aspetto questo di grande rilevanza e di grande urgenza".
Per il presidente del Centro Studi Promotor, la prima considerazione da fare è che "i pericoli per la salute sono identici in tutto il mondo e non si vede, dunque, come possano esserci norme diverse e limiti diversi da Paese a Paese". E' auspicabile, dunque, che "Governi e istituzioni interessati lavorino con serietà e rapidamente su questo tema, senza condizionamenti locali ed economici, per arrivare in tutti i mercati a norme uniche basate su criteri oggettivi e per definire prove di omologazione, pure oggettive e non basate su fattori e situazioni che non hanno nessun collegamento con la realtà".
Una delle ragioni per cui, a differenza degli Stati Uniti e di altri Paesi in cui la mobilità individuale con motori termici è da tempo fortemente sotto accusa, è che in Italia "non esiste alternativa all'automobile, né per la mobilità urbana né in quella su medie distanze, nonostante in questo caso si sia migliorato il servizio ferroviario". Secondo Quagliano "in Italia né il mercato né il cliente hanno assolutamente nulla da temere, in quanto gli automobilisti non scelgono l'auto in base alla sua ecocompatibilità ma secondo i consueti ragionamenti che "si basano sul design, sulla convenienza economica, sulle prestazioni e sull'immagine". E poi, per riportare questo evento a corretti livelli di gravità "è giusto sottolineare - conclude il presidente del CSP - che la vicenda della centralina ha dato un danno ambientale che è solo ipotetico, senza che si vi siano stati incidenti, morti o feriti come in altri casi che in passato hanno provocato richiami.