TOKYO - La Toyota sarà costretta a sospendere la produzione nella maggior parte degli stabilimenti in Giappone a causa della carenza di approvvigionamenti, una dinamica che interessa diverse altre aziende nazionali che operano nel Kyushu, la regione colpita dal terremoto nel fine settimana. La scelta obbligata del primo costruttore auto mondiale riflette la vulnerabilità dei produttori nipponici in caso di disastri naturali, e la difficoltà a prevedere interruzioni alla catena di distribuzione. Anche Honda sarà costretta a tenere chiusa fino a venerdì la fabbrica che assembla motociclette nella città di Kumamoto. L'attuale blocco della produzione per Toyota in Giappone è il secondo dall'inizio di quest'anno, dopo quello reso necessario in seguito a un incendio di una acciaieria in febbraio che ha provocato una flessione della produzione a livello globale, su base annualizzata, del 4% nei primi 4 mesi del 2016. Il numero delle auto costruite in Giappone quest'anno equivale a circa il 40% della produzione mondiale di Toyota, e di norma la metà dei veicoli prodotti nel paese d'origine viene esportato. L'azienda ha stimato che l'impatto economico del sisma peserà sui conti del trimestre in corso per 30 miliardi di yen (245 milioni di euro). Alla Borsa di Tokyo quest'oggi il titolo ha perso il 4,5%, la massima variazione percentuale in due mesi.