Dal lavoro all'interno della sua azienda alle prospettive del settore in Europa, dalla situazione dell'Italia alla sua storia personale. Sono molte le frasi celebri pronunciate da Sergio Marchionne nei suoi 14 anni in Fca. Parole spesso forti, talvolta rafforzate da citazioni, con cui il manager è finito per diventare lo scorso anno l'imprenditore più menzionato sui media italiani, citato oltre 20 mila volte. Ecco di seguito alcune delle sue frasi più memorabili.
IL PERSONAGGIO. "Dopo la prima" laurea "in filosofia mio padre aveva già scelto il colore del taxi che voleva farmi guidare perché diceva che non sarebbe servita a nulla", racconta ricevendo una laurea honoris causa nel novembre 2007. "Io in politica? Scherziamo? Faccio il metalmeccanico, produco auto, camion e trattori", afferma in tv nell'ottobre 2010. "Io non sono nato in una casta privilegiata, mi ricordo da dove vengo, so perfettamente che mio padre era un maresciallo dei carabinieri", si difende da alcuni attacchi nel settembre 2012.
LA FIAT. "Abbiamo investito nel mestiere con una disciplina quasi calvinista, abbiamo restituito la dignità del lavoro alla gente degli stabilimenti che erano stati quasi completamente abbandonati" e così "siamo riusciti a ricreare una cultura della produzione che la Fiat aveva perduto", sottolinea nel 2007.
"Voglio che la Fiat diventi la Apple dell'auto. E la 500 sarà il nostro iPod", annuncia nel giorno della presentazione della Nuova 500 nel 2007. "Ora la cosa più importante è mantenere la disciplina che la ristrutturazione ha portato. Dobbiamo evitare di essere arroganti. Il successo non è mai permanente, ma deve essere guadagnato giorno per giorno", afferma nel febbraio 2012.
"Qualunque cosa pensiate sui progressi di Fca fino a oggi, c'è un elemento che resta valido e garantisce il successo del piano: riguarda la nostra cultura, la leadership della nostra azienda.
Siamo dei 'revenants', dei redivivi", afferma nel giugno 2018 citando il musicista Bobby McFerrin e aggiunge: "Noi lavoriamo in un settore in cui il metodo e il processo sono fondamentali.
Noi saremo sempre come la musica, improvviseremo, saremo agili, aperti al dibattito, umili, ma impavidi e non ci sarà mai posto per la mediocrità".
L'ITALIA. "L'Italia è un paese con una delle più grandi ma inespresse potenzialità che io conosca, è un Paese che non si vuole bene. Sulle prime quattro o cinque pagine dei giornali si legge solo di litigi e di discussioni che non hanno impatto sull'Italia e sul futuro dei giovani. Se non smettiamo di portare avanti questi dibattiti, non faremo molta strada", avverte nel dicembre 2007. "Noi italiani siamo da sempre il Paese dei Gattopardi. A parole vogliamo che tutto cambi, ma solo perché tutto rimanga com'è", dice a Cernobbio nel 2014.
L'INDUSTRIA DELL'AUTO. L'industria dell'auto è "a metà strada dal paradiso e solo un miglio fuori dall'inferno", avverte citando una canzone di Bruce Springsteen nell'ottobre 2011. "Ho paura che la luce nel tunnel sia quella di un treno. La luce in fondo al tunnel si vedrà quando i problemi dell'Ue verranno risolti in maniera collettiva per singoli Paesi", afferma nel settembre 2012.
IL FUTURO. "Marchionne lascerà un copione o istruzioni? Non ci sono copioni. Fca è un insieme di culture e di manager nati dalle avversità", chiude così la presentazione dell'ultimo piano industriale nel giugno 2018.