Doppio anniversario per FCA, 120 anni di Fiat e 80 di Mirafiori, dove verrà installato il primo robot per la linea della 500 elettrica. "I 120 anni - dice il presidente John Elkann, in un'intervista del direttore de La Stampa Maurizio Molinari - sono un grandissimo obiettivo raggiunto. E' un enorme orgoglio. FCA è un'azienda culturalmente pronta ad affrontare le sfide della nuova era: rinnovarsi è nel dna del nostro business come del nostro impegno".
"Mi ricordo bene - dice John Elkann - quando nel 1999 festeggiavamo i 100 anni di Fiat nel cui consiglio ero entrato nel 1997. Ho vissuto intensamente questo periodo ed oggi la nostra società è forte come mai prima: con i suoi circa 200.000 dipendenti, che lavorano in oltre 100 stabilimenti e 46 centri di ricerca, alla fine del 2018 aveva ricavi per 110 miliardi di euro, un utile netto di 3,6 miliardi di euro e cassa positiva. Numeri - sottolinea il presidente di FCA - che il piano di sviluppo in corso vede in ulteriore crescita che fanno di FCA uno dei maggiori produttori di auto al mondo, presente in 135 paesi del mondo con 13 marchi e alla 500 che ha un record di vendita pari a 6 milioni di vetture". Un'altra tappa significativa è la 500 elettrica, che sarà prodotta a Mirafiori. "Quest'anno - sottolinea Elkann - a Mirafiori, che compie 80 anni, abbiamo inaugurato il centro Heritage, dove si possono ammirare le macchine che abbiamo prodotto in questi 120 anni, e sempre a Mirafiori vi sarà oggi l'installazione del primo robot per la produzione della 500 elettrica. Eredità del passato e nuove sfide legate insieme, nel segno del cambiamento".
Nell'intervista di domani sul quotidiano La Stampa di cui è stata diffusa questa sera un'anticipazione, il presidente di FCA, John Elkann risponde anche sul tema delle fusioni, a poche settimane dal mancato accordo con Renault. "Bisogna saper cogliere le opportunità giuste, come è avvenuto con Chrysler, che ci ha permesso di usare meglio il nostro capitale per creare più automobili e migliori. L'operazione con Renault era concepita in quest'ottica ed era stata accolta come tale. Ma le fusioni - prosegue Jonh Elkann - sono complicate da fare e gestire. Per procedere devono esserci le condizioni giuste ed è importante sapere dire di no quando non ci sono. Come fu un atto di coraggio la fusione con Chrysler, così è stato un atto di coraggio provare con Renault".
"Torino si è affermata come grande città dell'auto soprattutto grazie al successo di Fiat. Ed oggi con Chrysler siamo presenti in un'altra grande città dell'auto, Detroit, partecipando alla sua rinascita durante gli ultimi anni. Per esempio la Jeep Renegade coniuga la nostra capacità storica di realizzare piccole auto con un marchio che ci ha permesso di imporci nel mondo. Dimostrando come, mettendosi assieme, si possono fare cose che non si sarebbero neanche immaginate". "E' per questo - aggiunge Elkann - che gli stabilimenti italiani, se prima servivano solo il mercato domestico, o al massimo quello europeo, ora invece producono anche per gli Stati Uniti. E' un volano di crescita formidabile. Basti pensare che chi trasporta la Jeep Renegade dall'Italia in Nordamerica ha investito per aumentarne il numero di navi. E' un successo frutto della scelta di essere nel mondo con le proprie radici. Ed avere la possibilità di avere più radici, diverse fra loro, come abbiamo fatto con Chrysler consente all'albero di essere molto più forte"