Garantire i livelli di produzione e di occupazione dopo l'accordo tra Fca e Psa: è questo il timore comune dei sindacati, governo, enti locali. La chiusura o il ridimensionamento degli stabilimenti dei due gruppi, la ricaduta sulla filiera e sull'indotto potrebbero diventare davvero pesanti.
Il primo a chiedere rassicurazioni in merito è il premier, Giuseppe Conte: "E' un'operazione di mercato, non posso giudicare l'accordo ma quello che preme al governo è che sia assicurato il livello di produzione e quello di occupazione in Italia e quindi la continuità aziendale. Quella tra Fca e Peugeot è un'operazione di mercato "ma il governo non può restare indifferente", spiega Conte. "Con Elkann c'è' stato un contatto mancato, lo sentirò presto per conoscere i dettagli" dell'operazione.
Sulla stessa linea la sindaca di Torino, Chiara Appendino, che vuole assicurarsi "che vengano tutelati gli investimenti, i livelli occupazionali e si prosegua con i progetti innovativi e molto importanti per il sistema economico locale e nazionale". Ottimista il governatore del Piemonte, Albero Cirio, secondo cui "l'operazione rafforza Fca creando un colosso mondiale e una delle sue due gambe rimane ben ancorata nel nostro Piemonte".
"Fortissima preoccupazione per gli stabilimenti" ha espresso Francesca Re David, segretario generale Fiom Cgil. "In Italia c'è una capacità produttiva installata di 1,5 mln di auto, ma ne vengono prodotte meno della metà - ha detto - e i nostri stabilimenti sono pieni di cassintegrati, la fusione è molto rischiosa".
Fca-Psa, Francesca Re David (Fiom): "Governo deve assicurare livelli occupazionali"
Più morbido il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo "la proposta di accordo tra Fca e Peugeot è una buona notizia perché nel settore le aggregazioni sono ormai una precondizione per poter presidiare segmenti importanti del mercato automobilistico e, dunque, per assicurare un futuro e una prospettiva ai Gruppi interessati. Ora - sottolinea Barbagallo - la Fca deve mettere in campo progetti di sviluppo, a partire dalla conferma degli investimenti e dalla garanzia di una continuità produttiva e occupazionale per tutti i suoi stabilimenti". Inoltre, prosegue il leader della Uil, "ci sono le condizioni per attribuire ai lavoratori il giusto riconoscimento per i sacrifici e l'impegno con cui hanno contribuito al raggiungimento di questi obiettivi. Il confronto con il sindacato di categoria è stato uno strumento essenziale per gestire tutte queste fasi: il dialogo sarà ancora più importante per costruire un percorso di crescita".
"Accogliamo con soddisfazione che, nel comunicato aziendale relativo alla fusione fra Fca e Peugeot, si escluda espressamente la possibilità che vi siano chiusure di stabilimenti" nota Rocco Palombella, segretario generale Uilm . "Le fusioni - spiega - possono difatti comportare, nella ricerca di sinergie e razionalizzazioni che riducano i costi, ricadute occupazionali e, proprio per questo, è molto importante la precisazione di Fca e di Peugeot. Naturalmente come sindacato seguiremo con estrema attenzione la vicenda per la parte che è di nostra pertinenza e vigileremo su eventuali ricadute occupazionali. I benefici della fusione, in termini tecnologici e di mercato, sono facilmente intuibili. Si tratta di una grandissima sfida che deve essere vinta. Piuttosto preoccupa l'atteggiamento di perseverante ostilità del Governo verso il settore auto, da ultimo confermato dall'aumento delle tasse sulle auto aziendali, provvedimento che evidentemente colpirebbe, oltre a tanti dipendenti, il mercato dell'auto che già sta attraversando una congiuntura negativa. Tale atteggiamento, che ha caratterizzato in verità anche i Governi precedenti, è tanto più dannoso se lo si paragona a quello degli altri Governi che invece sostengono fortemente la loro industria".
Da subito Jean-Pierre Mercier, rappresentante del sindacato francese CGT nel gruppo PSA, si è detto contro l'eventuale progetto di fusione con Fiat-Chrysler (FCA). "La fusione sarebbe nell'interesse degli azionisti" dei due gruppi automobilistici. Noi - ha aggiunto - non smetteremo di combattere per i nostri interessi, tutti devono esserne consapevoli". Ha quindi aggiunto che a sui avviso la fusione rischia di mettere a rischio i posti di lavoro, gli stipendi, i "diritti collettivi dei dipendenti in Francia come in Italia". Tra l'altro, "i patron dei due Paesi cercherebbero di mettere in concorrenza i lavoratori sia in Italia sia in Francia". "In quanto dipendenti abbiamo interessi comuni da difendere", ha avvertito il sindacalista, ricordando, tra l'altro, i tagli subiti dai "nostri amici di Opel in Germania, in Inghilterra", dopo l'operazione di Psa con Opel-Vauxhall.
Il progetto di fusione tra Psa e Fiat-Chrysler è una "buona notizia per l'industria francese e per l'industria europea", ma la tutela dei posti di lavoro e dei siti industriali resterà la priorità del governo francese, ha detto il ministro dell'Economia, Bruno Le Maire. "I punti più importanti per noi, sono chiaramente i siti industriali, la tutela di tutti i siti industriali e la tutela del lavoro", ha dichiarato Le Maire, aggiungendo - in occasione di un breve punto stampa a Parigi - che questa fusione rafforza il comparto francese in un contesto di "spettacolare" consolidamento del settore. "Preferisco che l'industria automobilistica francese faccia parte di questo movimento di consolidamento piuttosto che vederla esclusa". Per lui, è inoltre "assolutamente essenziale" che l'attuale amministratore delegato di Psa, Carlos Tavares, sia messo alla guida del nuovo gruppo. "Per ora, i costruttori non hanno fornito alcun dettaglio sulle sedi sociali, sull'organizzazione della futura società", ha proseguito, mentre i sindacati francesi sono già sul piede di guerra contro la futura impiantazione della quartier generale del gruppo in Olanda. "Certo è che questa fusione tra Peugeot e Fiat-Chrysler può creare il quarto campione automobilistico mondiale. Ci offre la taglia critica per far fronte alla doppia sfida dell'auto autonoma e del veicolo elettrico", ha concluso Le Maire, insistendo, inoltre, sulla "complementarità dei mercati" di Psa e Fca forti rispettivamente in Asia e negli Stati Uniti.