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I Paesi Ue approvano i dazi sulle auto elettriche cinesi

I Paesi Ue approvano i dazi sulle auto elettriche cinesi

Dieci Paesi si sono espressi a favore, cinque hanno votato contro e dodici sono stati gli astenuti

BRUXELLES, 04 ottobre 2024, 12:24

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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Via libera dei Paesi Ue all'introduzione dei dazi aggiuntivi definitivi fino al 36,3% sulle auto elettriche cinesi in risposta ai maxi sussidi sleali elargiti da Pechino. Lo si apprende da fonti europee a margine del voto a Bruxelles. La votazione si è tenuta nel contesto del Comitato difesa commerciale (Tdi), composto per lo più da funzionari dei singoli governi e non dai Rappresentanti Permanenti. Tecnicamente il via libera si configura come una 'no opinion': la maggioranza qualificata per bocciare la proposta della Commissione sui dazi non è stata raggiunto e questo comporta che l'esecutivo Ue può approvare i dazi anti-Cina.

Sulla proposta della Commissione dieci Paesi si sono espressi a favore, cinque hanno votato contro e dodici sono stati gli astenuti. Numeri che non hanno permesso di raggiungere quindi la maggioranza qualificata necessaria per stoppare il testo. 

Il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha ribadito la sua contrarietà ai dazi Ue sulle importazioni di e-car dalla Cina. "I dazi sulle auto elettriche cinesi sarebbero un errore. Lo dice la nostra industria automobilistica, che dovrebbe essere protetta. Alcuni politici pensano di saperne di più dei diretti interessati. Con la Cina è necessario parlare chiaro e negoziare, ma le guerre commerciali fanno solo perdenti", ha scritto il liberale poche ore prima del voto dei Ventisette a Bruxelles. 

 La Spagna chiede di mantenere aperti i negoziati con la Cina per evitare a ogni costo una guerra commerciale: lo comunica in una lettera inviata dal ministro spagnolo all'Economia, Carlos Cuerpo, al commissario Ue al Commercio, Valdis Dombrosvkis, rivela El Pais. Questo anche se Madrid non ha rivelato ancora la sua posizione sul voto decisivo di oggi a Bruxelles per introdurre dazi aggiuntivi definitivi fino al 36,3% sulle auto elettriche cinesi in risposta ai maxi sussidi, ritenuti sleali, elargiti da Pechino ai suoi produttori di e-car. "In questo momento crediamo necessario mantenere aperti i negoziati ed esplorare tutte le vie per una soluzione di compromesso", segnala Cuerpos nella lettera, senza anticipare il senso del voto.

A metà luglio, in un primo voto non vincolante, dodici Paesi - tra cui l'Italia e la Spagna - si erano espressi a favore di un segnale forte contro i sussidi sleali. Undici gli astenuti, guidati dalla Germania, e solo quattro i contrari (Ungheria, Malta, Cipro e Slovacchia). Da allora, e vista la rappresaglia annunciata da Pechino sul comparto agroalimentare europeo, Madrid ha espresso l'intenzione di riconsiderare la sua posizione.
Nella lettera Madrid segnala possibili punti di incontro, come "la riduzione dell'impatto nocivo dei sussidi", segnalato dalla Commissione Europea dopo l'approfondita indagine sui vantaggi competitivi dei veicoli elettrici del gigante asiatico per l'ingente quantità di aiuti ricevuti. E chiede che parte della produzione di batterie sia trasferita in Europa. In Spagna è stata di recente installata una grande fabbrica di veicoli cinesi nell'ex impianto giapponese di Nissan ed è previsto un progetto per la creazione di una produzione di batterie di litio in Estremadura.
La lettera allinea la posizione della Spagna con quella della Germania, che ha fatto appello ripetutamente a evitare una guerra commerciale con Pechino. 
   

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