Troppi antibiotici dal dentista, sono oltre un milione le prescrizioni inutili. E l'Italia nel contesto europeo si colloca tra i Paesi peggiori insieme alla Francia, mentre ad eccellere in un utilizzo più moderato sono Svezia, Regno Unito e Germania. A evidenziarlo la Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SidP) al XVIII Congresso Internazionale su Parodontologia e Salute Orale a Rimini, in base ai risultati di un'indagine internazionale condotta da Key-Stone su 1500 dentisti di 6 Paesi europei fra cui l'Italia. Oltre 25 milioni di italiani hanno una forma più o meno grave di parodondite, solo cinque milioni vengono sottoposti a terapie specifiche. Tra estrazioni, interventi sulle gengive e sull'osso di sostegno dei denti, inserimento di impianti, trapianti di tessuti, sono infatti circa 5 milioni gli interventi di chirurgia odontoiatrica eseguiti ogni anno nel nostro Paese. Quattro volte su dieci, in circa due milioni di interventi, il paziente esce dal dentista con la prescrizione di una dose di antibiotici, che però in oltre la metà (circa un milione) dei casi non sono necessari. "L'antibiotico dovrebbe essere dato soltanto nei casi più gravi di parodontite aggressiva o estesa a molti denti e sempre in associazione alla rimozione professionale della placca batterica"evidenzia Claudio Gatti, presidente SIdP. "La prescrizione eccessiva aumenta il rischio che si sviluppino resistenze-conclude Mario Aimetti, presidente eletto SIdP - un antibiotico dato senza terapia di supporto e senza fornire istruzioni per la corretta igiene orale, è spesso sostanzialmente inutile e purtroppo potenzialmente pericoloso".