Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Diabete, due virus herpes possono aumentare il rischio di ammalarsi

Redazione ANSA ROMA

(ANSA) - ROMA, 12 MAG - Due comuni virus del gruppo degli herpes possono aumentare il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 nei soggetti infetti. È quanto emerge da una ricerca pubblicata sulla rivista Diabetologia e condotta da Tim Woelfle dell'Università Ludwig-Maximilians e Helmholtz di Monaco.
    Gli herpes sono tra i virus più diffusi nell'uomo, con otto tipi attualmente conosciuti: herpes simplex virus (HSV) 1 e 2, virus della varicella-zoster (VZV), virus di Epstein-Barr (EBV), citomegalovirus (CMV) ed herpesvirus umani (HHV) 6, 7 e 8. Tutti causano infezioni che restano latenti a vita dopo l'infezione primaria iniziale, che è solitamente lieve o asintomatica.
    Si stima che il diabete di tipo 2 o insulino-resistente riguardi il 9,3% della popolazione mondiale. Tra i fattori di rischio noti ci sono sicuramente l'obesità, la sedentarietà e il fumo. Ma di recente si è affacciata la possibilità che anche alcune infezioni possano contribuire ad aumentare il rischio di ammalarsi.
    La ricerca si è basata sui dati sanitari di 1967 individui. I partecipanti sono stati sottoposti a esami medici tra 2006-2008 e di nuovo tra 2013-2014, tra cui test per la presenza di herpesvirus, glicemia e misurazione dell'emoglobina glicata (una misura del controllo della glicemia a lungo termine). Il diabete era presente nell'8,5% dei partecipanti all'inizio dello studio e nel 14,6% al momento del follow-up. Dei 1257 volontari con normale tolleranza al glucosio all'inizio, 364 hanno sviluppato il prediabete e 17 il diabete durante il periodo di monitoraggio di 6,5 anni.
    Le analisi del sangue all'inizio dello studio hanno rilevato che il virus di Epstein-Barr (il virus della mononucleosi) era l'herpesvirus più diffuso, con il 98% del campione positivo, seguito da HSV1 (88%), HHV7 (85%), VZV (79%), CMV (46%), HHV6 (39%) e HSV2 (11%). I partecipanti erano positivi a una media di 4,4 herpesvirus all'inizio e 4,7 al follow-up.
    È emerso che i soggetti affetti da HSV2 avevano il 59% di probabilità in più di sviluppare il pre-diabete rispetto a quelli sieronegativi, mentre l'infezione da CMV era associata a un aumento del 33% dell'incidenza di pre-diabete. Lo studio ha rilevato che sia l'HSV2, sia il CMV hanno contribuito allo sviluppo del pre-diabete, anche dopo aver tenuto conto di tutti gli altri fattori di rischio noti per il diabete. L'HSV2 è risultato associato anche a livelli peggiori di emoglobina glicata.
    I meccanismi con cui questi virus potrebbero contribuire allo sviluppo del diabete restano da scoprire. Sia HSV2 che CMV causano infezioni croniche che potrebbero modulare il sistema immunitario stimolando o sopprimendo la sua attività, che a sua volta può influenzare la funzione del sistema endocrino (ormonale).
    "Questi dati confermano la possibilità che esista un legame tra infezione virale e diabete, e suggeriscono come l'infezione virale (probabilmente potenziando l'"attivazione" dei meccanismi dell'infiammazione, associata alla obesità e alla predisposizione al diabete) possa 'slatentizzare' (ovvero far emergere) la malattia in soggetti predisposti"- commenta Agostino Consoli, dell'Università di Chieti-Pescara e Presidente della Società Italiana di Diabetologia-. "È un dato emerso anche dalla analisi dei soggetti che sviluppano Long-Covid: anche in questi individui, infatti, è stato osservato un aumento dell'incidenza di diabete", continua.
    "Ulteriori ricerche che valutino le strategie di prevenzione virale per la salute pubblica, possibilmente includendo lo sviluppo di vaccini efficaci contro gli herpesvirus, sono, alla luce di questi dati, ancor più necessarie", concludono gli esperti. (ANSA).
   

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA