(ANSA) - ROMA, 12 MAG - Due comuni virus del gruppo degli
herpes possono aumentare il rischio di sviluppare il diabete di
tipo 2 nei soggetti infetti. È quanto emerge da una ricerca
pubblicata sulla rivista Diabetologia e condotta da Tim Woelfle
dell'Università Ludwig-Maximilians e Helmholtz di Monaco.
Gli herpes sono tra i virus più diffusi nell'uomo, con otto
tipi attualmente conosciuti: herpes simplex virus (HSV) 1 e 2,
virus della varicella-zoster (VZV), virus di Epstein-Barr (EBV),
citomegalovirus (CMV) ed herpesvirus umani (HHV) 6, 7 e 8. Tutti
causano infezioni che restano latenti a vita dopo l'infezione
primaria iniziale, che è solitamente lieve o asintomatica.
Si stima che il diabete di tipo 2 o insulino-resistente
riguardi il 9,3% della popolazione mondiale. Tra i fattori di
rischio noti ci sono sicuramente l'obesità, la sedentarietà e il
fumo. Ma di recente si è affacciata la possibilità che anche
alcune infezioni possano contribuire ad aumentare il rischio di
ammalarsi.
La ricerca si è basata sui dati sanitari di 1967 individui. I
partecipanti sono stati sottoposti a esami medici tra 2006-2008
e di nuovo tra 2013-2014, tra cui test per la presenza di
herpesvirus, glicemia e misurazione dell'emoglobina glicata (una
misura del controllo della glicemia a lungo termine). Il diabete
era presente nell'8,5% dei partecipanti all'inizio dello studio
e nel 14,6% al momento del follow-up. Dei 1257 volontari con
normale tolleranza al glucosio all'inizio, 364 hanno sviluppato
il prediabete e 17 il diabete durante il periodo di monitoraggio
di 6,5 anni.
Le analisi del sangue all'inizio dello studio hanno rilevato
che il virus di Epstein-Barr (il virus della mononucleosi) era
l'herpesvirus più diffuso, con il 98% del campione positivo,
seguito da HSV1 (88%), HHV7 (85%), VZV (79%), CMV (46%), HHV6
(39%) e HSV2 (11%). I partecipanti erano positivi a una media di
4,4 herpesvirus all'inizio e 4,7 al follow-up.
È emerso che i soggetti affetti da HSV2 avevano il 59% di
probabilità in più di sviluppare il pre-diabete rispetto a
quelli sieronegativi, mentre l'infezione da CMV era associata a
un aumento del 33% dell'incidenza di pre-diabete. Lo studio ha
rilevato che sia l'HSV2, sia il CMV hanno contribuito allo
sviluppo del pre-diabete, anche dopo aver tenuto conto di tutti
gli altri fattori di rischio noti per il diabete. L'HSV2 è
risultato associato anche a livelli peggiori di emoglobina
glicata.
I meccanismi con cui questi virus potrebbero contribuire allo
sviluppo del diabete restano da scoprire. Sia HSV2 che CMV
causano infezioni croniche che potrebbero modulare il sistema
immunitario stimolando o sopprimendo la sua attività, che a sua
volta può influenzare la funzione del sistema endocrino
(ormonale).
"Questi dati confermano la possibilità che esista un legame
tra infezione virale e diabete, e suggeriscono come l'infezione
virale (probabilmente potenziando l'"attivazione" dei meccanismi
dell'infiammazione, associata alla obesità e alla
predisposizione al diabete) possa 'slatentizzare' (ovvero far
emergere) la malattia in soggetti predisposti"- commenta
Agostino Consoli, dell'Università di Chieti-Pescara e Presidente
della Società Italiana di Diabetologia-. "È un dato emerso anche
dalla analisi dei soggetti che sviluppano Long-Covid: anche in
questi individui, infatti, è stato osservato un aumento
dell'incidenza di diabete", continua.
"Ulteriori ricerche che valutino le strategie di prevenzione
virale per la salute pubblica, possibilmente includendo lo
sviluppo di vaccini efficaci contro gli herpesvirus, sono, alla
luce di questi dati, ancor più necessarie", concludono gli
esperti. (ANSA).