Per una persona con diabete di tipo 1, una patologia autoimmune che determina iperglicemia e che colpisce circa 300mila persone in Italia, ogni aspetto della propria vita può risultare una sfida, pasti inclusi. Se ne è parlato in occasione dell'evento 'DiabeTable - Nei panni di chi non può mai perdere il controllo' sostenuto da Diabete Italia e ideato da Monica Priore, atleta con diabete di tipo 1. Tra i temi dell'incontro, diagnosi, complicazioni e percorso di cura, fino alle più recenti innovazioni.
"Abbiamo voluto dare un segnale forte e lo abbiamo fatto in maniera originale e incisiva. Di questa patologia purtroppo si parla ancora poco e la nostra volontà è di portare le problematiche ad essa connessa all'attenzione delle istituzioni e dei decisori" spiega Monica Priore, ispiratrice dell'incontro. Per Stefano Nervo, presidente di Diabete Italia, "Avere il diabete di tipo 1 significa non poter mai completamente staccare la spina. Oggi le tecnologie a nostra disposizione alleggeriscono la gestione della patologia nella vita quotidiana, ma la verità è che il diabete per poter essere gestito al meglio deve restare sempre e comunque un pensiero costante, che dura 24 ore su 24, 7 giorni su 7".
E proprio per sensibilizzare l'opinione pubblica è stata organizzata una tavola rotonda esperienziale durante la quale i partecipanti hanno potuto sperimentare cosa prova una persona con diabete di tipo 1 quando si siede a tavola, ma anche in fondo, cosa prova in ogni singolo momento nella sua vita. Il diabete di tipo 1 è diventata oggi nel mondo la malattia cronica più diffusa dell'infanzia e della adolescenza. Ogni anno si ammalano circa 13 bambini su 100mila, con maggior frequenza nei maschi rispetto alle femmine e il 25-40 % esordisce con una chetoacidosi diabetica, la complicanza più acuta del diabete, potenzialmente letale. "
Crediamo fortemente nelle iniziative che contribuiscono a creare sensibilizzazione", spiega Luigi Morgese, Business Director di Medtronic Diabete Italia. "La consapevolezza può portare a un aumento delle risorse e del supporto per la ricerca e lo sviluppo di nuove terapie e tecnologie per il trattamento del diabete di tipo 1, può altresì influenzare le politiche sanitarie, portando a migliori servizi e ad un'equità nell'accesso alle tecnologie nelle varie Regioni", conclude.
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