Una ricerca che vede sempre più la
collaborazione di diversi centri per poter ottimizzare i numeri
di pazienti arruolati negli studi sui sarcomi, tumori rari e
aggressivi, molto difficili da curare. Questo è uno degli
elementi emersi dal congresso annuale di oncologia organizzato
dall'ASCO (American Society of Clinical Oncology).
Come ogni anno, ma quest'anno in modo virtuale a causa
dell'emergenza Coronavirus, l'ASCO ha visto confrontarsi
ricercatori e clinici di tutto il mondo per condividere dati e
conoscenze, senza tralasciare l'impatto e i rischi della
pandemia Covid-19 per i pazienti e per la ricerca oncologica. I
sarcomi, con la loro complessità, rarità ed eterogeneità, sono
stati uno dei temi affrontati: dall'osteosarcoma e il sarcoma di
Ewing, ai sarcomi dei tessuti molli, e alcuni loro sottotipi
(istotipi) molto rari e ai tumori stromali gastrointestinali
(Gist). "Ciò che complessivamente emerge", commenta Ornella
Gonzato, presidente del Trust Paola Gonzato-Rete Sarcoma, "è
sempre più la necessità di collaborazioni ampie, globali proprio
per supplire alla scarsità dei numeri dei pazienti colpiti da
tumori rari e ultra rari. In aggiunta, è sempre più evidente
l'importanza della ricerca a tutti i livelli, a partire da
quella di base, fondamentale per comprendere meglio la
complessità biologica dei sarcomi. Basti pensare che in alcuni
istotipi, lo stesso tumore localizzato in sedi anatomiche
diverse può presentare caratteristiche biologiche diverse e
rispondere diversamente ad uno stesso trattamento. Cosa che fa
capire - prosegue Gonzato - come la conoscenza del profilo
genetico e molecolare del tumore e le caratteristiche
immunologiche del microambiente tumorale sono sempre più
essenziali per cercare terapie più adatte e personalizzate".
Tra i risultati presentati, quelli dello studio
EuroEwing2012, che ha confrontato due regimi di trattamento
chemioterapico, quello americano (VDC/IE) e quello
europeo(VIDE), mostrando migliori esiti del primo in termini di
sopravvivenza e sopravvivenza libera da malattia. Così come sono
stati discussi i dati dei protocolli di studio con nuovi farmaci
e combinazione di farmaci su pazienti con sarcoma di Ewing
metastatico. Diversi, osserva Gonzato, "gli studi che hanno
esaminato combinazioni di farmaci in alcuni istotipi di sarcoma
dei tessuti molli in fase avanzata". Tra questi, la combinazione
di gemcitabina e pazopanib promettente nel liposarcoma; così
come la combinazione di encequidar e paclitaxel per via orale
nell'angiosarcoma cutaneo inoperabile. O ancora i dati
sull'efficacia di nuovi farmaci in rari istotipi, come nel caso
di nab-sirolimus in pazienti con pecoma, sarcoma rarissimo e
molto aggressivo. Tra gli argomenti di cui si è dibattuto
all'ASCO, infine, l'impatto dei trattamenti peri-operativi, come
la chemioterapia e radioterapia neoadiuvante e adiuvante alla
chirurgia, considerati standard nella maggior parte delle forme
localizzate.
"E' incoraggiante vedere come la ricerca si stia
concentrando, negli ultimi anni, su queste neoplasie. Questo ci
fa ben sperare per il futuro. Dai nuovi dati arriva comunque la
conferma della complessità di questi tumori rari e dunque -
conclude Gonzato - dell'importanza, per i pazienti, di
rivolgersi sempre e solo a centri specialistici".
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