(ANSA) - ROMA, 19 GEN - In Italia i test genomici, per la
personalizzazione delle terapie del tumore del seno, sono ancora
sottoutilizzati: si stima che nel 2022 solo il 50% degli esami
sia stato effettivamente prescritto alle donne. Questo può
determinare problemi alle pazienti eleggibili, a cui il test non
viene attualmente proposto, e all'intero sistema sanitario
nazionale. E' quanto è emerso durante il convegno internazionale
'Il Nuovo Volto della Cura del Tumore Mammario, come orientarsi
nella galassia dei Test Genomici', che ha goduto del patrocinio
dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) ed è stato
reso possibile con la sponsorizzazione non condizionante di
Exact Sciences. La Federazione degli Oncologi, Cardiologi e
Ematologi (FOCE) ha inoltre rilanciato la sua proposta di
inserire i test genomici per il tumore del seno nei nuovi
Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
"Tutte le evidenze scientifiche prodotte negli ultimi anni hanno
dimostrato in modo inequivocabile l'assoluta importanza dei test
- ha spiegato Francesco Cognetti, Responsabile Scientifico del
convegno e Presidente di FOCE - Sono in grado di identificare
le pazienti a rischio elevato di ripresa di malattia a 10 anni,
per le quali la chemioterapia può essere utile in aggiunta
all'ormonoterapia. Possiamo così evitare la somministrazione
inutile di farmaci chemioterapici che presentano un notevole
impatto fisico, psichico e relazionale per una donna. In Italia
stiamo ancora pagando il forte ritardo con il quale siamo
arrivati all'uso di questi esami".
A fine 2020 il Parlamento, che discuteva la legge finanziaria,
ha creato un fondo ad hoc di 20 milioni per l'acquisto dei test
genomici da utilizzare in circa 10mila pazienti operate per
cancro della mammella. Ma solo nell'estate successiva vi è stato
il decreto attuativo del Ministero della Salute. "Ci sono poi
voluti parecchi mesi affinché tutte le regioni pubblicassero le
proprie Delibere per rendere effettivo il provvedimento - ha
proseguito Cognetti -. Attualmente sull'intero territorio
nazionale si stanno erogando i test genomici in regime di
rimborso e le Regioni stanno già rinnovando, in accordo con il
Decreto Ministeriale del 2021, il finanziamento per il 2023. In
altre parole non ci sono più impedimenti burocratici ed
amministrativi. Serve una maggiore consapevolezza, anche da
parte degli specialisti chirurghi ed oncologi medici, sulle
potenzialità di esami che devono effettivamente rientrare nella
pratica clinica ordinaria". (ANSA).