L'Italia è in anticipo di otto anni sugli obiettivi dell'Oms per l'eradicazione dell'epatite C, e raggiungerà la diminuzione del 65% delle morti correlate all'infezione entro il 2022. Lo afferma uno studio coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità pubblicato dalla rivista Liver International, secondo cui però servono screening mirati per riuscire ad eliminare completamente il virus.
"Il nostro paese è un modello nella lotta al virus - spiega Walter Ricciardi, Presidente dell'Iss -. Possiamo dire con orgoglio che questo traguardo verrà raggiunto grazie a un approccio universalistico e solidale unico al mondo, considerando oltretutto il significativo numero dei casi. E siamo sulla buona strada per raggiungere l'eliminazione del virus entro il 2030".
I ricercatori dell'Iss, dell'associazione italiana studi sul fegato (Aisf) e la società italiana di malattie infettive, Simit, in collaborazione con l'Aifa e con il Center for Disease Analysis hanno disegnato differenti scenari per valutare le strategie più efficaci per raggiungere l'obiettivo dell'eliminazione dell'HCV. La conclusione è stata che, per eradicare totalmente il virus, è fondamentale mantenere alto il numero delle persone in terapia con uno screening mirato su particolari gruppi della popolazione generale con maggiore probabilità di avere un'alta prevalenza, scovando così il 'sommerso'. "I risultati ottenuti - afferma Mario Melazzini, Direttore Generale dell'Aifa - supportano da un punto di vista scientifico la politica già messa in atto nel 2017: trattare tutti i pazienti con infezione cronica da HCV (indipendentemente dal danno epatico) produrrà importanti guadagni, in termini di salute delle persone con questa infezione, ma anche in termini di riduzione dei costi diretti e indiretti attesi da parte del Servizio Sanitario Nazionale". (ANSA).