Gli italiani conoscono ancora poco i biosimilari. Entro il 2020 saranno disponibili i farmaci biosimilari, simili all'originatore, di 12 farmaci biotech che assicurano il trattamento di malattie importanti come i tumori e le patologie reumatiche, ma a costi sostenibili per la sanità pubblica. La loro conoscenza risulta però scarsa, così come il livello di informazione attuale che c'è ancora per i farmaci biotecnologici, disponibili da 20 anni. Secondo una survey presentata al corso "Il valore dell'informazione sui farmaci biosimilari, tra innovazione e sostenibilità", condotta da Astra Ricerche su 1000 persone solo 1 intervistato su 5 (20,5%) pensa di conoscerli e la padronanza dell'argomento è spesso debole, con l'attribuzione di caratteristiche non corrette (per esempio che sono 'a base di erbe'). Ma oltre l'80% si dichiara molto interessato a saperne di più, chiedendo di essere rassicurato sugli effetti positivi e su quelli negativi.
Emerge anche un atteggiamento di disponibilità verso il loro utilizzo e la fiducia nel medico, oltre che nella verifica delle Autorità regolatorie. Uno dei più recenti biosimilari reso disponibile è quello di trastuzumab, per il tumore al seno. "I biosimilari sono una novità molto positiva in oncologia per le potenziali ripercussioni sulla sostenibilità dei trattamenti e la conseguente possibilità di destinare le risorse liberate a trattamenti innovativi" spiega Michelino De Laurentiis, direttore dell'Unità operativa complessa di oncologia senologica dell'Istituto Tumori Pascale di Napoli. L'area delle malattie reumatologiche, invece, e' stata la prima dove sono stati sviluppati farmaci biotecnologici e anche biosimilari. Un esempio sono le poliartriti croniche.
"Nella nostra esperienza, i biosimilari si sono mostrati parimenti efficaci e sicuri delle molecole originali" aggiunge Roberto Gorla, U.O. Reumatologia e Immunologia Clinica, Azienda Spedali Civili di Brescia. Ma quali potranno essere concretamente i vantaggi per la spesa sanitaria? Un'analisi del 2017 ha cercato di quantificare l'impatto economico che 8 importanti farmaci biosimilari, per la cura dei tumori, del diabete e delle malattie infiammatorie croniche immuno-mediate, avranno sulla spesa sanitaria nazionale tra il 2014 e il 2020. "Al termine del 2020, complessivamente, i risparmi stimati cumulati saranno tra i 750 e gli 800 milioni di euro- afferma Francesco Saverio Mennini, Direttore Centro per la Valutazione Economica e HTA, Università di "Tor Vergata"- potrebbero essere ancora più consistenti, considerando anche i nuovi che stanno entrando o arriveranno a breve sul mercato".