(di Stefania Passarella)
Nel testo biblico Betsabea, moglie di Uria l'Ittita e più
tardi del re Davide, è descritta come "bella e sana" ma
altrettanto non può dirsi della modella che posò nuda per
Rembrandt, suo amante, e che ne ha interpretato l'immagine per
l'opera 'Betsabea con la lettera di David'. L'olio su tela del
1654, che in milioni ammirano al Louvre di Parigi, è stata per
secoli al centro di un enigma medico, oggi svelato grazie a un
luminare italiano delle malattie vascolari.
Hendrickje Stoffels, la modella del pittore olandese che poi
diventò sua compagna, era affetta da una patologia abbastanza
rara: una tromboflebite di una vena superficiale del seno. A
questa conclusione è arrivato Paolo Zamboni, professore
dell'Università di Ferrara e direttore del Centro hub Regione
Emilia-Romagna per le Malattie venose e linfatiche, conosciuto
per i suoi studi sull'apporto di interventi di tipo
chirurgico-vascolare contro la sclerosi multipla. La sua ricerca
sulla Betsabea è pubblicato sul Journal of thrombosis and
haemostasis e arriva da una curiosità nata in ambito accademico.
"Circa 12-13 anni fa da docente ad Harvard ho avuto modo di
apprezzare un insegnamento al primo anno - spiega Zamboni
all'ANSA - legato all'osservazione di opere d'arte, per
stimolare lo spirito di osservazione negli studenti di
medicina". Uno spunto che il professore ha portato nell'ateneo
ferrarese "migliorandolo", cioè mostrando ai ragazzi quadri in
cui poter trovare segni di malattie, casi clinici più o meno
evidenti. Tra le 60-70 opere che Zamboni ha sottoposto ai suoi
studenti, in cui pittori del calibro di Piero della Francesca o
Rembrandt hanno inconsapevolmente lasciato segnali di malattia,
c'era appunto la Betsabea con la lettera di Davide.
In questo caso l'enigma nasceva da un particolare del seno
sinistro della donna ritratta, solcato da un segno irregolare,
lievemente tumefatto, di un colore tra il bluastro ed il
brunastro. Dettaglio che ha portato nei secoli a diverse
ipotesi, dalla mastite al carcinoma mammario. Nessuna delle
diagnosi proposte tuttavia è mai stata ritenuta clinicamente
soddisfacente. Fino ad oggi.
"Uno degli ultimi articoli scientifici sull'enigma - spiega
Zamboni - aveva stabilito, su di una base biofisica, che la
malattia di Betsabea non potesse essere situata più
profondamente di tre millimetri dalla superficie della pelle,
altrimenti il pittore non avrebbe potuto visivamente percepirla.
E quindi riprodurla. Questi dati mi hanno fatto pensare che
Rembrandt avrebbe potuto rappresentare la tromboflebite di una
vena superficiale della mammella, una condizione descritta da
Mondor nel 1939". L'intuizione è arrivata da un caso clinico
reale che il professore ha avuto a Ferrara. "Per coincidenza,
pochi giorni dopo le mie riflessioni ho riscontrato sul seno
destro di un paziente qualcosa di assolutamente speculare alla
macchia irregolare bluastra che è presente sul seno sinistro di
Batsabea". Un caso sul quale accertamenti clinici hanno
confermato la diagnosi di tromboflebite ed escluso le ipotesi di
cancro o mastite. (ANSA).