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Tumore polmone, speranze da nuovo farmaco a bersaglio molecolare

Studio, 80% pazienti con alterazione gene Ret risponde a cura

Redazione ANSA ROMA

Un nuovo farmaco per combattere il tumore del polmone e non solo, una molecola molto attiva e ben tollerata contro quelle neoplasie che presentano l'alterazione dell'oncogene 'Ret' responsabile della crescita tumorale non solo al polmone ma anche alla tiroide e in altre neoplasie. Lo dimostra uno studio clinico di fase 1/2, sul Selpercatinib, un inibitore specifico di Ret, in sviluppo clinico e finora approvato solo negli Stati Uniti. I dati sono stati presentati per la prima volta in Italia al Congresso degli oncologi medici italiani (Aiom) - in corso in questi giorni in modalità virtuale - da Federico Cappuzzo, direttore dell'Oncologia Medica 2 dell'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE).

Il lavoro ha coinvolto pazienti con tumore al polmone che presentavano tale alterazione biologica e mostra come il farmaco sia in grado di indurre, in un'alta percentuale di casi, la regressione di malattia per un tempo prolungato. "Lo studio su Selpercatinib - spiega Cappuzzo - mostra che il tasso di risposta al farmaco è di oltre l'80% per i pazienti 'naive', cioè che non avevano precedentemente ricevuto alcun tipo di trattamento.

Nei pazienti precedentemente trattati con terapia standard, invece, il tasso di risposta è del 64%. Risultati di grande importanza, che dimostrano come vi sia un impatto importante nel controllo del cancro da parte di questo inibitore molecolare".

"Alla diagnosi di neoplasia polmonare è importante procedere immediatamente con la caratterizzazione molecolare", aggiunge Gennaro Ciliberto, direttore scientifico Ire. Il farmaco non è ancora disponibile in commercio in Italia se non nell'ambito di sperimentazione clinica, ma si sono fatti passi in avanti importantissimi in questo ultimo anno. Il primo riguarda l'approvazione del Fda, l'agenzia del farmaco statunitense, per i tumori avanzati del polmone e della tiroide. Via libera che viene concesso solo quando un farmaco in corso di sviluppo offre benefici superiori rispetto alle terapie già in uso.
   

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