Donna, giovane, residente in città e con una vita piena di impegni che possono essere causa di stress. Questo è l'identikit più probabile delle persone che soffrono di sindrome dell'intestino irritabile, una malattia che colpisce circa il 10%-15% della popolazione. "A soffrirne è in genere la popolazione tra 15 e 50 anni", spiega Enrico Stefano Corazziari, senior consultant presso la Gastroenterologia dell'Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, "e le donne sono colpite il doppio degli uomini. L'organo che ha un ruolo cruciale in questa condizione è, naturalmente, l'intestino ma non è l'unico. A esser coinvolti sono anche il sistema immunitario e il cervello".
La sindrome dell'intestino irritabile (IBS) è un disturbo caratterizzato da dolore addominale, associata a stipsi, diarrea o gonfiore. "Erroneamente definita 'colite' - spiega Sara Diani, medico esperto di medicina integrata e Network Medicine - è in realtà una patologia sistemica, ovvero interessa diversi organi. Può presentarsi senza preavviso, più spesso in concomitanza di cambi di stagione, situazioni di stress, infezioni e impiego di farmaci come antibiotici e antinfiammatori. Inoltre ha diverse cause, molte non del tutto chiare: predisposizione genetica, infezioni pregresse, stress, ipersensibilità immunitaria della mucosa intestinale".
Pur molto frequente, questo problema è spesso non diagnosticato e poco conosciuto. Pochi sono consapevoli, infatti, che il collegamento che unisce intestino e cervello è bidirezionale. "Sono stati dimostrati - precisa Sara Diani - effetti dell'intestino su concentrazione, umore, sonno. Viceversa, condizioni come ansia, depressione e stress, vanno ad agire sull'intestino con due meccanismi molecolari: da un lato viene secreto cortisolo e questo ne aumenta l'ipersensibilità, dall'altro si verificano cambiamenti del metabolismo della serotonina nell'intestino e questi influenzano la motilità".
Tra i miti da sfatare, quello dell'alimentazione. "Se è scorretta peggiora il problema, ma non è quella la causa primaria del disturbo", sottolinea Corazziari. "La dieta corretta è utile nel migliorare i disturbi dell'IBS, anche se non è risolutiva nei casi più gravi. Gli alimenti sconsigliati sono legumi, latticini e diversi alimenti vegetali fortemente fermentanti nell'intestino. Via libera, invece, a riso, mais, diversi tipi di verdura e frutta a bassa capacità fermentativa, così come carne, pesce e uova".
In collaborazione con:
ABOCA