"Bisogna immaginare anche una Fase 2 per quello che attiene gli aspetti sanitari, si deve prospettare una ripresa delle attività che finora sono state chiamate differibili". È quanto si augura Barbara Cittadini, presidente nazionale di Aiop, l'Associazione italiana ospedalità privata che rappresenta gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e le case di cura private, accreditate e non.
"Leggiamo con sgomento che molti pazienti oncologici, cardiopatici o con altre patologie, hanno paura di andare in ospedale - spiega Cittadini - e nel frattempo registriamo un incremento delle morti per motivi assolutamente non connessi al coronavirus. Si è creata una paura, ingenerata probabilmente da un eccesso di comunicazione di vario tipo, professionale e non professionale, che invece bisognerebbe ricondurre alla ragionevolezza. Serve una comunicazione chiara da trasferire ai cittadini i quali devono sapere che ci sono ospedali Covid e no Covid e siccome ci vorrà del tempo per sconfiggere il virus bisogna far ripartire anche quelle attività sanitarie che fino ad ora abbiamo considerato differibili".
Ormai, tutti gli ospedali pubblici e privati seguono regole precise per l'ingresso degli utenti. "Gli accessi agli ospedali no Covid, che abbiamo custodito finora come luoghi protetti, sono regolamentati dai triage, che seguono protocolli di sicurezza, proprio per evitare di far entrare in ospedali sicuri pazienti che non lo sono", sottolinea Barbara Cittadini.
In collaborazione con:
AIOP - Associazione Italiana Ospedalità Privata