Una persona su 4 con sclerosi multipla segnala che, a distanza di un anno dall'inizio della pandemia, strutture e servizi riabilitativi risultano ancora inattivi. Il 13% dei pazienti ha perso il lavoro, soprattutto tra i giovani, e il 65% segnala che il proprio caregiver è stato vicino al burnout. I dati dell'Associazione Italiana della Sclerosi Multipla (Aism) raccontano il peso del Covid sui 130.000 italiani che soffrono di questa grave malattia del sistema nervoso centrale, di cui si celebra il 30 maggio la Giornata mondiale.
"Molti pazienti sono giovani e nel pieno dell'età lavorativa, per questo la sclerosi multipla è una malattia che rimane un'emergenza sociale, con un grande impatto in termini economici per il Sistema Paese, pari a 6 miliardi di euro l'anno, tra costi diretti e indiretti", spiega il presidente della Fondazione italiana sclerosi multipla (Fism), Mario Alberto Battaglia. Le loro difficoltà spiega Paolo Bandiera, direttore Relazioni Istituzionali di Aism, "sono acuite dal contesto che stiamo vivendo. Durante la pandemia il 91% dei Centri ha subito un impatto sul funzionamento e il 42% ha smesso le infusioni di farmaci specifici nei momenti più critici dell'emergenza. Nonostante il momento di crisi, c'è stata una buona tenuta del sistema dei centri clinici", che in pochi mesi si sono attrezzati per il teleconsulto e le ricette telematiche. Questi e altri dati verranno presentati alle istituzioni lunedì 31 maggio all'evento streaming "Mille azioni oltre la sclerosi multipla", appuntamento culmine di una fitta serie di iniziative che sarà trasmesso anche su Ansa.it.
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AISM