Esiti, qualità, misurazione degli outcomes e utilizzo adeguato delle risorse. E soprattutto il paziente al centro delle iniziative, per garantire standard di cura sempre migliori ed equità di accesso. Questi gli obiettivi di un accordo di collaborazione siglato a Matera in occasione del Congresso nazionale dei chirurghi ospedalieri italiani (Acoi) tra il presidente della Società Italiana Medici Manager (Simm), il dottor Mattia Altini, e il presidente Acoi, il professor Pierluigi Marini. La sfida è la patologia oncologica del colon retto, il tumore a maggiore insorgenza nella popolazione italiana con 53.000 nuove diagnosi ogni anno e il secondo come causa di morte con 18.600 decessi all'anno. Una sfida in cui la chirurgia ha un ruolo chiave per l'efficacia in termine di cura del paziente.
L'iniziativa si basa su un progetto pilota nato in Emilia Romagna, dove è stato intrapreso un percorso di misurazione della qualità delle cure chirurgiche offerte, per dimostrare gli impatti finanziari positivi derivanti dal valutare le performance. E soprattutto per focalizzarsi sulla chirurgia mininvasiva avanzata, che secondo gli esperti può cambiare la vita dei pazienti e curarli, definendo il corretto modello di allocazione delle risorse rispetto alla patologia.
Questo primo esempio è guidato dal punto di vista scientifico dall'Istituto Tumori della Romagna (Irst) di Meldola, Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico di Meldola che dalla sua nascita si fa portavoce dell'obiettivo di cambiare i setting di cura dei malati oncologici verso l'eccellenza. Un progetto nato mutuando un esempio virtuoso quale quello del Dica olandese (Dutch Institute for Colorectal Audit) e voluto dai chirurghi, capitanati del prof. Giampaolo Ugolini, direttore della chirurgia di Faenza.
In collaborazione con:
Acoi