Mauro Carone, attuale direttore di pneumologia all’Irccs Maugeri di Bari e da gennaio 2022 nuovo presidente di Aipo, quali sono le prospettive future della pneumologia? “La prospettiva è quella di una rinascita della pneumologia dopo questo momento terribile della pandemia, che ci ha visti coinvolti in maniera pesante nella gestione dei pazienti Covid. L’auspicio è che dalla crisi arrivi uno sviluppo ulteriore della nostra materia, non solo dal punto di vista delle terapie semi-intensive respiratorie ma anche di tutta la metodologia tecnica, a partire dalle competenze acquisite durante l’emergenza in cui abbiamo dimostrato di sapere gestire l’insufficienza d’organo in maniera appropriata”.
Che cosa ha insegnato la pandemia? “Poco prima dell’emergenza sanitaria la pneumologia sembrava in regressione, ma l’emergenza Covid ha dimostrato che è una branca importante e che va mantenuta attiva. Non è la prima volta che c’è una pandemia nel mondo, speriamo questa volta abbia insegnato ad adottare precauzioni maggiori per il prossimo futuro, per evitare il ripetersi questo dramma mondiale”.
Un appello alle istituzioni? “Di certo l’auspicio è che il regolatore nazionale possa raccogliere l’esperienza fatta finora. Per farlo sarà fondamentale creare delle reti che spazino dal territorio fino all’ospedale. Non solo perché la mancanza del territorio, durante la pandemia, ha portato la gente in ospedale, determinando ulteriori infezioni. Ma anche perché la medicina territoriale serve anche per le malattie croniche in ambito respiratorio, tra cui ad esempio la Bpco. Non possiamo pensare di seguirla solo negli ospedali, la fortuna è che a livello ministeriale si è deciso per un aumento importante dei futuri specialisti in malattie dell’apparato respiratorio”.
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Aipo