Come legge “il Sunshine Act è una norma doverosa e necessaria, che però praticamente la totalità delle aziende avevano già anticipato con i codici di autoregolamentazione. Il rischio è un eccesso di burocrazia e un’attuazione per certi versi sbagliata di qualcosa che sarebbe anche giusto. È proprio la parte dei decreti attuativi la più importante per far si che la legge non venga applicata in una maniera troppo burocratica, determinando una frattura nei rapporti di chi si occupa di sanità, la classe di operatori del settore, e l’industria. Con il risultato che tutta la parte educazione e formativa venga svolta altrove, fuori dai confini nazionali”. Lo spiega, intervenendo in collegamento all’evento “Sunshine act. Focus sulla trasparenza in sanità” di Confindustria Dispositivi Medici il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. “Particolare attenzione - aggiunge Sileri- andrà quindi fatta con i decreti attuativi, ma vorrei dire che c’è anche un problema di percezione in Italia, in tema di corruzione e cose sbagliate un po’ ovunque. La percezione che dove c’è sanità e connubio pubblico-privato, industria e settore pubblico, ci debba essere qualcosa di losco, che non va. Questa percezione deve essere in qualche maniera cambiata, basandosi su dati oggettivi. Il retaggio di considerazione di questi percorsi fa si che il connubio pubblico privato sia francamente residuale in Italia”. “È sempre meglio - prosegue il sottosegretario alla Salute - educare piuttosto che correggere dopo: l’Italia ha bisogno a tutti i livelli di un’educazione contro la corruzione. Ed è molto meglio che si educhino le persone a capire come il meccanismo deve muoversi in una certa maniera con processi trasparenti piuttosto che dover intervenire a valle determinando delle sanzioni, anche reputazionali. Il tema va affrontato a monte e serve semplicemente un grosso investimento formativo. E’ quello che le aziende hanno iniziato a fare, a partire dalle Multinazionali”. “Quindi - è la conclusione di Sileri - il mio punto di vista è che il perimetro legislativo è perfetto, c’è da lavorare molto bene e insieme sui decreti attuativi”.
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Confindustria dispositivi medici