Si potrebbe definirla la ragazza dei tre cuori Cristina Zambonini. Tre come le ‘nascite’ che questa ragazza di 35 anni originaria di Domodossola ha avuto, due delle quali dopo un trapianto di cuore e un ritrapianto. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’ha scelta qualche giorno fa per il conferimento di un’onorificenza al merito, nominandola cavaliere per il suo “esempio di forza d’animo e per l’appassionato contributo nella promozione della cultura del dono”. E oggi Cristina, testimonial della campagna nazionale “Donare è una cosa naturale” del Centro Nazionale Trapianti, è intervenuta a portare la sua testimonianza in apertura degli stati generali della trapiantologia a Roma. “Mi sono ammalata di cuore la prima volta a 20 anni- racconta all’Ansa- all’improvviso, mi sono svegliata una mattina e non respiravo più. All’ospedale di Domodossola mi hanno diagnosticato una cardiopatia dilatativa fulminante.Hanno provato a curarmi per un mese, poi era evidente che non fosse possibile fare nulla, e ho aspettato poco più di un mese da quando mi hanno messo in lista ed è arrivato il mio primo cuore donato.Era il 9 aprile 2006, all’ospedale Papà Giovanni di Bergamo“. Tutto riprende, l’Universita’, poi il lavoro come progettista designer, lo sport: da trapiantata Cristina scala il Monte Rosa.Poi, a distanza di 10 anni dal primo trapianto, ricompaiono sintomi che purtroppo conosce bene e le viene diagnosticato un rigetto cronico. “Hanno provato con cure sperimentali per un anno -prosegue - e poi a gennaio 2017 sono rientrata in lista per il secondo trapianto. Con pochissime probabilità di trovare un organo idoneo e invece poi è arrivato. A poche ore di distanza dal momento in cui mi avrebbero dovuto mettere in una sorta di coma farmacologico. Sono al terzo cuore della mia vita”. “Mi hanno trapiantata il 26 febbraio 2017- , a giugno sono tornata a lavorare full time“. Il riconoscimento del Presidente della Repubblica per Cristina, impegnata a promuovere la cultura del dono anche nelle scuole “è stato un immenso orgoglio, un grandissimo onore per tutti non solo personale, perché sottolinea l’importanza della donazione di organi”. Dopo il trapianto Cristina ha deciso anche di fondare una piccola Onlus con le sue migliori amiche: si chiama appunto cuori 3.0.
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CNT