Una studentessa non ammessa a Medicina e che ha fatto ricorso al Tar con Consulcesi per poter accedere alla facoltà e' stata poi premiata come la migliore d'Italia. Questa una storia in qualche modo emblematica che per il network legale di riferimento per le professioni sanitarie racconta di un numero chiuso per l'accesso alla Facoltà di Medicina che soprattutto per le modalità di selezione utilizzate "non è corretto, e' sbagliato e fuorviante per gli obiettivi e anche per le necessità degli studenti".
"Gli argomenti dei test non sono in linea con il percorso universitario che gli studenti dovranno sostenere, si tratta di un sistema non meritocratico che può escludere candidati che potrebbero diventare potenzialmente bravi medici" spiega Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi. Non solo:Tortorella evidenzia anche come il sistema di quote stabilite si basi su "parametri vecchi che non guardano a situazioni come quelle di una pandemia ne' alla salute di domani". "Il vero problema che abbiamo attualmente -specifica infatti - non è solo di posti letto, ma di mancanza di personale sanitario. È questo che provoca le vere crisi nelle strutture ospedaliere e che evidenzia che il sistema in base al quale si stabiliscono gli operatori sanitari per numero abitanti sia superato". "L'evidenza che tutte queste motivazioni siano valide-aggiunge Tortorella- e' dimostrata dal fatto che vinciamo i ricorsi, facendo ammettere centinaia se non migliaia di studenti ogni anno e questo non crea problemi a livello degli Atenei. Il fatto che il Tribunale ci dia ragione e il TAR accompagni gli aspiranti medici nel loro percorso universitario quando erano stati buttati fuori dal sistema significa che evidentemente e' il sistema ad essere sbagliato". Il presidente di Consulcesi,che annuncia che le battaglie legali continueranno a fianco degli aspiranti medici, avanza la proposta di un modello 'alla francese', basato anche sul fatto che dopo il primo anno quasi 70 per cento degli studenti rinuncia o non riesce ad andare avanti. Farne entrare il doppio o il triplo, quindi operare comunque una selezione, per alla fine del primo anno creare un ulteriore sbarramento, in base alle necessità e al numero di aspiranti medici che servono al Paese.
"Una selezione-conclude Tortorella - all'interno delle Università, dopo che i ragazzi si sono confrontati con materie vere, che consenta anche in situazioni di emergenza ad esempio di rivedere la pianificazione di operatori sanitari necessari. Anche la politica e la maggioranza di governo, basti vedere le dichiarazioni del leader di Italia Viva Matteo Renzi, si stanno rendendo conto dell'importanza del problema del numero chiuso".
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CONSULCESI