ROMA - Quello attraverso un tumore, in particolare quelli femminili, è un cammino lungo che inizia con la diagnosi, prosegue con le terapie, con i controlli periodici e che arriva fino alla guarigione e alla cronicizzazione della malattia. La cosa importante è che alla guarigione clinica si associ anche quella sociale. A evidenziarlo Elisabetta Iannelli Vice Presidente AIMaC (Associazione Italiana Malati di Cancro) e segretario generale FAVO (Federazione Associazione di Volontariato in Oncologia) alla tavola rotonda "Futuro in Rosa", in Senato con il sostegno non condizionato di Daiichi Sankyo. "Affrontare il cancro significa affrontare un cammino lungo che inizia con la diagnosi e prosegue con le terapie e i controlli periodici fino alla guarigione o cronicizzazione della malattia, soprattutto per quanto riguarda i tumori femminili. Ma alcuni effetti collaterali possono perdurare anche dopo la conclusione delle terapie e altri possono manifestarsi a distanza di mesi o anni ed in molti casi chi ha avuto un tumore presenta un rischio maggiore, rispetto alle persone sane, di svilupparne un secondo. E' importante che si investa anche in ricerca e prevenzione terziaria per completare il processo di cura che consenta di ricominciare a vivere dopo il cancro, ritornare alla normalità, trovare nuovi equilibri, accettare e valorizzare le mutate capacità ed abilità relazionali, lavorative, psicofisiche - spiega Iannelli - La F.A.V.O. e le organizzazione dei malati oncologici affermano con forza e convinzione l'importanza del sostegno psicologico, dell'adesione agli screening ed ai corretti stili di vita, dell'inclusione socio-lavorativa nella consapevolezza che, solo in questo modo, si potrà vincere la sfida della sopravvivenza al cancro e che alla guarigione clinica possa realmente corrispondere quella sociale".
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