Ad oggi sono più di 196.000 le persone con epatite C trattate in Italia con i nuovi farmaci, gli antivirali di ultima generazione che portano alla guarigione nel 97-98% dei casi. Lo ha spiegato Salvatore Petta, segretario dell'Associazione Italiana Studio del Fegato (Aisf), all'incontro organizzato a Milano da Gilead con Aisf, la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit), la Fondazione The Bridge e la Federazione LiverPool per la campagna "Insieme si vinCe".
"Abbiamo un sistema che funziona bene - rileva - ma va migliorato. Importanti sono i programmi di screening e anche abbattere alcune barriere. Un importante risultato è che da ottobre, grazie all'approvazione del 'criterio 12' da parte dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), sarà possibile raggiungere anche quelle persone, come detenuti e i tossicodipendenti seguiti dai Serd, che per motivi socio-assistenziali non possono sottoporsi alla biopsia epatica o al fibroscan, esami finora richiesti per accedere al trattamento".
Molto però ancora resta da fare per aumentare la consapevolezza sull'epatite C. "Nonostante i grandi passi in avanti fatti con la terapia, c'è un problema sociale - prosegue Petta - Tanti pazienti ancora si vergognano di dire che hanno questa malattia alla loro famiglia o sul lavoro. Si teme il giudizio, indipendentemente dalla causa dell'infezione". Inoltre molti erroneamente "credono che questa malattia sia incurabile e pensano ancora alle vecchie terapie, quelle con l'interferone, con cui guariva solo il 30% dei malati", sottolinea. Per questo, conclude Petta, "sono importanti le campagne di sensibilizzazione come quella presentata oggi, perchè aiutano a non vergognarsi di dire di avere l'epatite C e a non avere paura di fare il test".
In collaborazione con:
Gilead