Dal medico che dà una salutare 'strigliata' al malato che crede, erroneamente, che la sua malattia sia incurabile, alla ragazza che fa il primo passo verso il test, fino al medico-allenatore che sprona i suoi pazienti a scendere in campo per farsi l'esame: sono le brevi storie raccontate da tre video-maker, in altrettanti video, per spingere le persone a farsi il test per l'epatite C.
I tre, Valerio Fea, Timothy Emanuele Costa e Mirko Bonanno, sono i vincitori del concorso "Giovani video-maker per una nuova visione: storie per vincere l'epatite C. Insieme l'eliminazione è possibile", promosso da Gilead con Simit (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali), Aisf (Associazione Italiana Studio del Fegato), Fondazione The Bridge e Federazione LiverPool (Associazioni di Volontariato per le Malattie Epatiche ed il Trapianto di Fegato).
Obiettivo della campagna è sensibilizzare tutta la popolazione sulla prevenzione e l'importanza del test per l'epatite C. Alla competizione, durata da giugno a settembre, hanno partecipato 23 videomaker di 5 paesi (Russia, Olanda, Italia, Regno Unito e Francia), che hanno prodotto 31 video, poi valutati da una giuria. I tre video vincitori, con prospettive e personaggi diversi, offrono un esempio ed uno stimolo non solo a evitare e conoscere l'infezione, ma anche a rivolgersi al proprio medico per fare il test, se si sospetta di aver contratto l'epatite C. "Abbiamo terapie eccezionali per trattare l'epatite C - sottolinea Rosaria Iardino, presidente della fondazione The Bridge - ma non abbiamo ancora dati certi in Italia sulle persone che rimangono da curare. E' una grave mancanza. Bisogna rimettere al centro dell'agenda politica l'eradicazione di questa malattia, che non vuol dire solo terapia, ma anche fare comunicazione e sensibilizzazione".
In collaborazione con:
Gilead