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Tumori: medicina nucleare personalizzata con radiofarmaci

Nuovo approccio, diagnosi e terapia attraverso radiazioni mirate

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Diagnosi e terapia si uniscono nella teragnostica, nuova frontiera della medicina nucleare di precisione applicata alla cura dei tumori. Branca della medicina che utilizza sostanze radioattive a scopo di diagnosi e terapia, la medicina nucleare permette un approccio sempre più mirato e personalizzato sul paziente con tumore metastatico alla prostata. A fare il punto sulle potenzialità di questa innovazione è il "Libro Bianco sulla Terapia con RadioLigandi in Oncologia", realizzato con il contributo di Advanced Accelerator Applications (AAA) azienda del Gruppo Novartis. I radiofarmaci, spiegano sul Libro Bianco gli esperti dell'Associazione Italiana Medicina Nucleare, sono generalmente formati da due componenti: un radionuclide (o radioisotopo) e una molecola biologica che ha la funzione di trasportare la componente radioattiva all'organo o al tessuto d'interesse per l'esame o la terapia da effettuare. Dal punto di vista della diagnosi, i radiofarmaci sono in grado di localizzare in maniera accurata i tumori, completando le informazioni fornite da tac e risonanza. La capacità del radiofarmaco di legarsi in maniera specifica alle cellule neoplastiche, inoltre, può essere sfruttata anche per la cura. "A differenza della radioterapia 'tradizionale', che consiste nell'irradiare la zona tumorale dall'esterno, in questo caso il radiofarmaco viene somministrato endovena e il radionuclide in esso contenuto si fissa sulla cellula tumorale, che viene distrutta dalla radiazione. I tessuti sani vengono però risparmiati. La possibilità di utilizzare una stessa molecola vettore ma radioisotopi diversi (teragnostica) - spiega Elena Sirtori, direttore medico di AAA Italia, azienda del Gruppo Novartis - si permette di trattare esattamente le lesioni tumorali che vengono viste alla PET (tomografia ad emissioni di positroni) pertanto la terapia con radioligandi può essere considerata una forma avanzata di medicina personalizzata". Un predecessore di questo approccio, pur meno sofisticato e tecnologico è lo iodio 131 utilizzato nel tumore della tiroide. "La terapia con radioligandi, come Lutezio vipivotide tetraxetan, ne è l'evoluzione : rappresenta un approccio medico nucleare avanzato, con il rilascio di radiazioni a scopo di diagnosi e terapia (con stesso vettore ma isotopi diversi a seconda della funzione) direttamente nelle cellule neoplastiche, in maniera selettiva e danneggiando in modo limitato quelle sane". "Più dell'80% dei pazienti con carcinoma prostatico metastatico - spiega Marcello Tucci, direttore della struttura di Oncologia dell'Asl Asti - esprimono l'antigene di membrana specifico della prostata che è 'bersaglio' di Lutezio vipivotide tetraxetan. Grazie alla recente approvazione della Commissione Europea, anche i nostri pazienti potranno, una volta concluso l'iter autorizzativo italiano, beneficiare di questa valida opzione che ha dimostrato, nello studio di fase 3 Vision, una riduzione del 38% del rischio di morte rispetto al miglior standard di cura da solo. Questo rappresenterà un ulteriore passo verso la medicina oncologica personalizzata, che assicura il trattamento giusto, al paziente giusto, nel momento giusto".

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