Rendere omogeneo l’accesso alle cure, anche innovative, ai pazienti su tutto il territorio nazionale e ripristinare l’attenzione dei cittadini verso la salute del cuore perché diventino parte attiva del percorso di prevenzione e cura. Questo il messaggio lanciato in un digital talk su Ansa in occasione della giornata mondiale del cuore. Nell’evento viene sottolineato che le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte prematura, tra le patologie non trasmissibili e quelle croniche e rappresentano il 32% di tutti i decessi globali. Colpiscono nel mondo 471 milioni di persone (oltre 6 ogni 100) e sono un’importante fonte di spesa sanitaria. L’Italia non si sottrae a questa tendenza, con circa 230 mila morti l’anno, il 35% circa del totale dei decessi ed una spesa sanitaria per queste patologie che si aggira intorno ai 16 miliardi di euro, cui si aggiungono oltre 5 legati a costi indiretti come la perdita di produttività e i costi del sistema previdenziale. Tra queste patologie, lo scompenso cardiaco è la prima causa di ricovero negli over 65, e registra tassi di mortalità altissimi (1 paziente su 25 non sopravvive al primo ricovero, il 10% muore entro 30 giorni dal ricovero, fino al 30% entro un anno dal ricovero). Colpisce circa 1 milione di italiani over 40, con un costo che si aggira intorno a 3 miliardi l’anno. Non è da meno l’ipercolesterolemia, principale fattore di rischio delle cardiopatie ischemiche davanti a fumo, diabete, ipertensione e obesità, che in Italia pesa per oltre 1 mld ogni anno per soli costi diretti sanitari, cui si sommano circa 31,6 milioni per i trattamenti farmacologici e di 9,3 milioni per prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale strettamente correlate alla patologia.Di fronte alla consapevolezza espressa dagli esperti sul fatto che la gestione delle complicanze possa diventare la più grande crisi sanitaria per l’Ssn dopo il Covid l’Health City Institute lancia un messaggio di invito “ad agire con urgenza per disporre piani e politiche nazionali in grado di alterare la traiettoria delle malattie cardiovascolari, suggerendo alcune priorità. Tra queste, strutturare modelli di medicina di iniziativa, per una presa in carico più “proattiva” dei pazienti cronici, ripensare un modello assistenziale orientato verso un’offerta territoriale integrata con i servizi sociali, prevedendo percorsi codificati e condivisi con i cittadini e puntando sulla prossimità, rendere omogeneo l’accesso alle cure, anche innovative, ai pazienti su tutto il territorio nazionale e appunto far si che l’attenzione dei cittadini si rifocalizzi sulla salute del proprio cuore.
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NOVARTIS