La cura dei tumori si baserà sempre più su diagnosi molecolari e terapie mirate basate allo specifico Dna del tumore di ogni paziente, per avere risultati migliori e meno effetti collaterali. Ma ancora pochi sono quelli che vengono sottoposti ai test genetici di nuova generazione. A chiedere di promuoverli attraverso un'organizzazione che ne faciliti l'accesso sono gli esperti intervenuti allo speciale AnsaIncontra, andato in onda su Ansa.it-
"Negli ultimi anni abbiamo definito il profilo genetico di diversi tumori, individuando la mutazione che ne è all'origine e che va colpita con farmaci mirati. Il tumore del polmone è diventato una sorta di paradigma di questa medicina su misura ovvero basata su terapie a bersaglio molecolare", afferma Cesare Gridelli, direttore dell'Unità Operativa di Oncologia Medica dell'Azienda Ospedaliera Moscati e past president Associazione Oncologia Toracica (Aiot) .
Queste cure, aggiunge, "stanno dando i maggiori risultati in termini di sopravvivenza rispetto a quelle tradizionali e aumentano anche i pazienti che vi arrivano 'in prima linea', ovvero subito dopo la rimozione del tumore. Ma ancora il sequenziamento genetico di nuova generazione è poco utilizzato". L'obiettivo è "profilare geneticamente più pazienti più pazienti per trovare prima chi potrebbe rispondere meglio a queste nuove terapie. Purtroppo la diffusione è a macchia di leopardo, e vede alcune regioni del Sud penalizzate. Bisogna centralizzare i sequenziamenti e organizzare la diagnosi molecolare sfruttando la rete di strutture, in modo che tutti i pazienti abbiano la stessa chance di cura".
L'intelligenza artificiale, ha concluso Valentina Marino, direttore medico Pfizer Italia, "sarà fondamentale per scoprire nuovi target, nuove molecole e nuove malattie. Su questo si basa la medicina personalizzata. Ma in un mondo così complesso è impossibile fare tutto da soli. Il futuro è nella partnership tra mondo clinico, regolatorio, dell'industria e dei pazienti".
In collaborazione con:
Pfizer