RICCIONE (RIMINI) - Il congresso nazionale delle neuroscienze ospedaliere, in corso a Riccione, sta coinvolgendo i professionisti in un confronto sulle moderne tecniche per il trattamento di varie patologie, tra cui spicca quella sui gliomi. Un tema che è stato trattato durante la relazione 'Gliomi update: diagnosi e trattamento'. Non un solo tumore cerebrale, ma tanti tumori cerebrali. Diversi da individuo a individuo. Che anche nello stesso paziente, possono evolvere diversamente. Con un'attenzione che dal loro aspetto morfologico, è andata via via concentrandosi sulle alterazioni molecolari. E' questa la nuova frontiera dal punto di vista clinico e della ricerca nel trattamento di questa patologia, al centro della prima sessione plenaria del congresso che ha visto opinion leader italiani confrontarsi con giovani ricercatori - una presenza fortemente voluta dai presidenti congressuali.
"E' stato fatto uno sforzo - ha detto Luigini Tosatto, tra i presidenti del congresso e moderatore dei lavori - per riunire le maggiori autorità nel campo della neuroncologia che hanno portato le novità nel trattamento di questa patologia". Tra queste, il focus sugli aspetti molecolari rappresenta un vero cambiamento di paradigma che attraversa tutte le anime delle neuroscienze ospedaliere. Partendo dalla nuova classificazione fatta dall'Oms di queste patologie, illustrata dal professor Felice Giangaspero dell'Università la Sapienza di Roma. Una differenziazione più alta. E soprattutto basata sulla base dei dati molecolari, alterazioni dietro le quali si intravedono i diversi presupposti terapeutici. Una nuova prospettiva che non investe solo il ruolo del patologo o dell'oncologo. Ma, spiegano dal congresso Sno, tutte le specializzazioni che si avvicendano nel trattamento di questa patologia: dai neuroradiologi, ai neurochirurghi la cui interattività multidisciplinare - tra i temi del congresso stesso - è la chiave per progredire anche nella ricerca.
Un'evoluzione dei trattamenti attraverso le neuroimaging pre e post operatori, come evidenziato dalla relazione del dott. Annibale Botto di Cesena che va a modificare la gestione dell'intervento chirurgico. Gestione che è stata approfondita dal dott. Lorenzo Bello di Milano, e dalla relazione della dott.ssa Chiara Minardi di Cesena che ha evidenziato l'importanza del monitoraggio intraoperatorio mentre Alba Brandes direttore dell'Oncologia del Bellaria di Bologna ha affrontato il tema dei trattaementi adiuvanti Cht. Relazioni che hanno sottolineato l'importanza della multidisciplinarietà, tema caro per una migliore gestione dei percorsi terapeutici ed un parallelo avanzamento della ricerca scientifica.
Dell'importanza della multidisciplinarietà anche per la ricerca ne è convinto Toni Ibrahim, dell'Istituto oncologico romagnolo che ha concluso i lavori aprendo uno spaccato su quelli che sono i punti caldi negli studi attuali e in prospettiva: come l'allargamento dello sguardo dalla singola cellula tumorale al microambiente; le nuove frontiere delle tecniche di sperimentazione (dai modelli in vitro 3d; alle sperimentazioni su animali diversi come i pesci zebra); ma, soprattutto, la caratterizzazione molecolare dei diversi gliomi, appunto. Un aspetto questo che ha un impatto diretto sulle terapie per i pazienti.
In collaborazione con:
SNO - Società dei Neurologi Neurochirurghi e Neuroradiologi Ospedalieri