L'emicrania non è un semplice mal di testa, ma nonostante questo spesso chi ne soffre arriva a cure specifiche dopo un lungo iter e in maniera tardiva. "Generalmente il paziente emicranico inizia a soffrire di mal di testa intorno all'età adolescenziale, a volte anche in età minore - spiega la dottoressa Luisa Fofi, neurologa del Centro cefalee dell'Irccs San Raffaele Pisana - ma sicuramente attorno ai 16-18 anni e a quell'età, tranne in casi di dolori molto frequenti non ci si rivolge ancora a un centro cefalee".
Anche pazienti già in fase cronica, che hanno più di 15 giorni di mal di testa al mese, possono impiegare 6 o 7 anni prima di rivolgersi ad un centro specializzato. Nella casistica italiana ci sono esempi dove il paziente con emicrania cronica può impiegare addirittura 20 anni per avere una cura adeguata. Per risolvere questo problema "credo ci debba essere una sensibilizzazione generale, a partire dal medico di base che spesso è un po' tagliato fuori - sottolinea Fofi - perché forse il paziente viene visto come meno grave, vista l'assenza di febbre, la patologia non viene considerata invalidante e la stessa persona che ne soffre non va dal medico curante".
Oltre al fornire le giuste informazioni al proprio medico, anche la sensibilizzazione a livello lavorativo è importante. "Questo tipo di malattia sul lavoro viene misconosciuta, a volte molto sottostimata e sottovalutata". Spesso è anche il paziente stesso a non sapere. "Ecco perché arriva tardivamente nei centri specializzati - conclude la neurologa - e magari si rivolge al farmacista, incorrendo in un suo uso, anzi un iper-uso" di 'palliativi' che favorisce "la cronicizzazione del problema".
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Teva