Il 2019 è un anno clou per la Chimica. Oltre a essere il 150/mo anniversario della Tavola periodica degli Elementi, compie il primo anno di vita l'Ordine dei Chimici e dei Fisici. A fare il punto sulle principali conseguenze di questo nuovo assetto ordinistico, il convegno annuale dell'Ordine di Lazio, Abruzzo, Umbria e Molise, dal titolo "Chimica Fisica e Universo", che si è aperto oggi a Roma.
La nascita dell'Ordine dei Chimici fu sancita dal Regio Decreto 842 nel 1928. "A distanza di 90 anni, il 2018 ha segnato però un nuovo inizio", ha ricordato in apertura Fabrizio Martinelli, presidente dell'Ordine interregionale. "Con la conversione in Legge del ddl Lorenzin, a gennaio 2018 - ha proseguito - è stato sancito che il Ministro della Salute avrebbe esercitato la vigilanza sul Consiglio Nazionale dei Chimici, fino allora di competenza della Giustizia. Allo stesso tempo l'Ordine cambiava nome e si apriva a includere i nostri 'cugini', assumendo la denominazione di Federazione Nazionale degli Ordini dei Fisici e Chimici".
"L'idea di unire gli ordini e unire le discipline era quella di fare in modo che due piccole entità dal punto di vista numerico, diventassero più forti dal punto di vista scientifico e politico", ha spiegato Enrico Buomi, primo firmatario del disegno di legge per l'Istituzione dell'Ordine dei Chimici e Fisici, poi confluito nel ddl Lorenzin sulla riorganizzazione delle professioni sanitarie.
"Diversamente dai chimici - precisa spiega Michele Stasi presidente Associazione italiana Fisica Medica (Aifm) - noi fisici non avevamo mai avuto un ordine, quindi per noi è stato un vero e proprio passaggio epocale. E lo è stato altrettanto l'aver riconosciuto la nostra come una professione sanitaria. Perché i fenomeni fisici che ci circondano, dai mutamenti climatici alle radiofrequenze, hanno impatto sulla salute dell'uomo".
In collaborazione con:
Ordine dei Chimici e dei Fisici di Roma