Non nemica della natura, ma d'aiuto per trovare soluzioni ecologiche e compatibili con lo sviluppo sostenibile e il rispetto dell'ambiente. Lungi dall'essere sinonimo di aggressivi processi industriali, la nuova chimica è sempre più "green". "Spesso mal vista perché sinonimo di contaminazione ambientale, in realtà la chimica è tutto ciò che ci circonda. Saperla utilizzare per migliorare la salute è quello che deontologicamente il nostro Ordine è oggi chiamato a fare". A dirlo è Fabrizio Martinelli, presidente dell'Ordine dei Chimici e dei Fisici di Lazio, Umbria, Abruzzo e Molise, a margine del convegno "Chimica, Fisica e Universo" che si è tenuto a Roma.
"La chimica va difesa", è l'appello di Luciano Galantini, direttore Dipartimento di Chimica Universitaria Sapienza di Roma con cui l'ordine ha appena siglato un protocollo di collaborazione nell'ambito della formazione. "La considerazione, agli occhi del grande pubblico, - precisa - è spesso viziata da un'idea legata all'industrializzazione degli anni Cinquanta. Viene associata all'idea che sia nemica della natura o che serva a sintetizzare sostanze che nuocciono all'ambiente: è ora di svecchiare questa visione negativa. In realtà è una disciplina che studia le regole delle trasformazioni intime della materia. E, sempre più spesso, si occupa di analizzare gli inquinanti, bonificare i siti inquinati, di trovare nuove soluzioni di sviluppo sostenibilità, aiutare a produrre materiali nuovi di origine naturale". E', insomma, è "una chimica 'verde'" e per i giovani "può rappresentate un importante ambito di lavoro".
Dalla lotta all'inquinamento alla ricerca di nuovi farmaci, dall'antidoping al contrasto della cosiddetta eroina sintetica, fino alla sicurezza sui luoghi di lavoro, la chimica moderna è alleato dell'uomo. Tra i punti affrontati nel corso del convegno, il primo dopo la riforma ordinistica prevista dalla Legge del gennaio 2018, anche il ruolo della chimica forense, divenuto uno strumento indispensabile nelle indagini e nei dibattimenti in aule di tribunale. "Il lavoro nei laboratori di analisi - ha spiegato Sergio Schiavone, Comandante del Reparto Investigazioni Scientifiche (RIS) di Roma dell'Arma dei Carabinieri - è fondamentale per contrastare l'utilizzo della nuova eroina, ovvero dei derivati del Fentanil, che hanno una potenza analgesica enormemente più potente degli oppiacei e riescono a mandare in blocco il sistema cardiorespiratorio con dosi minime". In questo lavoro di investigazione, il Dipartimento delle Politiche Antidroga è supportato da 55 laboratori di cui 26 dell'Arma dei Carabinieri: "siamo parte attiva - aggiunge il colonnello Schiavone - nell'identificazione di queste sostanze, anche grazie a un costante lavoro sul dark web, per rintracciare gli ordini che arrivano in Italia via posta e provengono da veri e propri hub, alcuni dei quali scoperti in Polonia e Germania".
In collaborazione con:
Ordine dei Chimici e dei Fisici di Roma