Traumi alla testa, a volte provocati anche da sport come calcio o rugby, anticipano in media di due anni e mezzo la comparsa dell'Alzheimer. Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Neuropsychology, esamina le lesioni cerebrali avute da giovani in relazione a un deterioramento della salute del cervello una volta diventati anziani.
I traumi alla testa dovuti allo sport o al gioco sono molto frequenti, tanto che tra gli americani di età pari o superiore a 5 anni se ne verificano circa 8,6 milioni di episodi all'anno.
Il team della University of Texas Southwestern, a Dallas, ha analizzato i dati di 2.133 soggetti la cui diagnosi di morbo di Alzheimer è stata confermata postmortem. Hanno scoperto che le persone che hanno subito un trauma accompagnato da perdita di conoscenza per più di 5 minuti si sono viste diagnosticare il morbo di Alzheimer in media 2,5 anni prima rispetto ai coetanei che non avevano subito tali lesioni alla testa.
Le conclusioni sono state tratte esaminando, per la prima volta in questo ambito, casi di Alzheimer confermati dall'autopsia. "Non sappiamo come e in quali casi le lesioni alla testa aumentino il rischio di problemi neurodegenerativi più avanti nella vita", spiega Munro Cullum, neuropsicologo responsabile della ricerca. L'ipotesi è che l'infiammazione derivata da lesioni possa avere un ruolo e che tra i fattori di rischio ci sia la genetica. Tuttavia, la conferma può richiedere anni poiché le cartelle cliniche oggi disponibili spesso non includono una storia completa di traumi cerebrali. "Dobbiamo aspettare dai 40 ai 50 anni fino a quando gli atleti di oggi avranno 60 e 70 anni per studiarli", conclude, "finché non avremo più dettagli, tutto quello che possiamo vedere sono solo correlazioni".(ANSA).