(ANSA) - BOLOGNA, 02 AGO - Arriva dall'Università di Ferrara
una novità sul trattamento delle malattie che rientrano nello
spettro delle demenze, come Alzheimer, demenza vascolare e
demenza a corpi di Lewy.
Lo studio coordinato dal professor Giovanni Zuliani del
dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna di Unife
ha dimostrato che i farmaci in uso oggi, gli inibitori della
acetilcolinesterasi (AChEI), la cui efficacia è stata
ripetutamente messa in dubbio in passato, sono effettivamente
utili a rallentare in modo significativo il declino delle
funzioni cognitive nel tempo, e riducono la mortalità di circa
il 40%.
"Gli inibitori della acetilcolinesterasi (AChEI), come
Dopenezil, Galantamina, Rivastigmina - sono farmaci che
aumentano la concentrazione della acetilcolina nel cervello.
Sebbene l'efficacia di questi farmaci sia stata dimostrata nei
trial clinici randomizzati pre-commercializzazione, la loro
efficacia nel mondo reale è stata ripetutamente messa in dubbio:
dopo la loro immissione in commercio, avvenuta circa 20 anni fa,
i dati sulla loro reale utilità presenti in letteratura circa
sono scarsissimi. Ciò è anche dovuto al fatto che, rispetto ai
pazienti arruolati negli studi clinici, quelli che si presentano
quotidianamente negli ambulatori di geriatria/neurologia sono
casi molto più complessi. Purtroppo però la sperimentazione di
nuovi farmaci, che non si è mai arrestata, ha dato finora
risultati molto deludenti, con il fallimento del 99% dei trial
clinici", spiega Zuliani.
Considerando che vi sono 47 milioni di pazienti affetti da
queste malattie nel mondo, di cui almeno un milione in Italia,
lo studio, spiega Unife, assume una notevole rilevanza. Non da
ultimo, anche in relazione al basso costo di questi farmaci e ai
buoni livelli di tollerabilità da parte dei pazienti. (ANSA).