(ANSA) - ROMA, 11 GIU - Un'alimentazione adeguata è uno degli
aspetti più importanti per preservare la salute e l'autonomia
dell'anziano. Eppure la malnutrizione riguarda dal 3-4% nei
soggetti anziani che vivono a casa loro fino al 70% di quelli
ospitati in strutture di lungodegenza e Rsa. E "manca un
programma nazionale di sorveglianza nutrizionale relativo agli
anziani". E' quanto emerge dal documento prodotto dal Tavolo
tecnico per migliorare la salute dell'anziano per gli aspetti
nutrizionali pubblicato sul sito del Ministero della Salute.
Negli ultimi 30 anni la produzione scientifica mondiale sulla
nutrizione nella popolazione geriatrica è aumentata
esponenzialmente del 2.600%, con circa 35.000 articoli
complessivamente pubblicati dal 1948. Questo ha portato a un suo
progressivo inserimento nelle linee guida delle società
scientifiche internazionali che si occupano della Terza Età.
Eppure, da una revisione di 240 studi scientifici che hanno
esaminato113.967 anziani, è emerso come la prevalenza della
malnutrizione per difetto varia molto a seconda del contesto ed
è molto elevata a livello ospedaliero.
Il documento, sulla base dei dati disponibili, individua
molte criticità. Tra queste il fatto che "l'attenzione dei media
per le problematiche nutrizionali dell'anziano è molto scarsa".
Mentre per quanto riguarda il personale sanitario, medico in
particolare, "risulta difficile comprendere il paradosso di
come, a fronte di un dichiarato interesse su tali argomenti, si
assiste ad una sistematica carenza di formazione". Inoltre, si
evidenzia il "mancato recepimento delle linee di indirizzo per
la ristorazione collettiva nelle lungodegenze, nelle strutture
riabilitative e nelle Rsa", l'assenza di una scheda nutrizionale
nella cartella clinica, "l'insufficiente sensibilità dell'intero
sistema" al problema. "E' importante agire subito - commenta
all'ANSA uno degli autori, Francesco Landi, presidente della
Società Italiana di Geriatria e Gerontologia (Sigg) - con un
miglioramento dello screening nutrizionale negli anziani e
mettendo a punto un Piano di sensibilizzazione, promosso dal
Ministero della salute e dalle società scientifiche". (ANSA).