Le nuove Barbie più reali, dal corpo imperfetto e soprattutto con più varietà - alte, basse, magre, formose, bionde e brune - possono essere un buon messaggio per le bambine e aiutarle nel processo di accettazione del corpo così com'é con tutti i suoi difetti, aiutarle a uscire da uno stereotipo di eccessiva magrezza che fa molti danni a giovani e giovanissime.
E' quanto afferma Rita Tanas, endocrinologa pediatra della Società Italiana di Pediatria (SIP) in un commento all'arrivo sul mercato della nuova Barbie, piu' 'umana', con una bellezza più alla portata di una donna in carne e ossa. La Mattel ha lanciato, infatti, tre nuove versioni della Barbie con taglie e dimensioni più realistiche.
''E' una buona iniziativa - sostiene anche Giampaolo de Luca vicepresidente della Società Italiana di Medicina dell'Adolescenza - perché le bambine si identificano con la bambola che diventa un modello cui aspirare". La Barbie classica, però, mal si adatta alla tipologia femminile mediterranea che difficilmente è longilinea e bionda, precisa il pediatra. La Barbie è un modello con molta presa sulle bambine, con influenza importante sul loro sviluppo psicologico soprattutto oggi che l'età della pubertà si va via via abbassando, il sovrappeso è sempre più frequente e con esso la comparsa di disturbi dell'alimentazione.
Non solo, continua Tanas, "scende anche l''età della derisione', ovvero l'età in cui un bambino percepisce di essere sovrappeso, viene deriso dai compagni e in famiglia e se me rende conto (oggi già nelle prime classi elementari se non prima)''. Quindi ben vengano le nuove Barbie, continua Tanas, purché siano accompagnate da messaggi positivi , che vadano oltre le caratteristiche corporee (ad esempio negli spot pubblicitari). In sostanza è auspicabile che la Barbie più bassa e quella formosa siano accompagnate da messaggi vincenti, privi di connotazioni negative che altrimenti le renderebbero semplicemente non interessanti: un modello cui non aspirare.
La bambola da sola non basta, conclude, bisogna avere la cura di non identificare una persona solo attraverso il suo peso - ''Giovanna, quella magra o quella grassa''-, atteggiamento oggi comune in primis fra noi adulti e che i bambini non possono far altro che assorbire. (vedi la gallery)