(ANSA) - ROMA, 24 FEB - Più dialogo con i docenti, attraverso
momenti di scambio di opinioni. Un nuovo modo di fare lezione -
superando il concetto di aula tradizionale, ricorrendo anche
all'utilizzo di spazi extra-scolastici come musei, biblioteche e
impianti sportivi - e prevedendo luoghi di ascolto. E ancora,
riconoscere nella valutazione l'impegno dimostrato dallo
studente, tenere conto delle diverse capacità e accompagnare il
voto con il giudizio. Permettere agli studenti di aggiungere
alle materie comuni insegnamenti a scelta e introdurre un nuovo
metodo che vada oltre la didattica frontale.
È una scuola diversa quella che vorrebbero gli oltre 10 mila
studenti che hanno preso parte alla consultazione pubblica "La
scuola che vorrei", promossa dall'Autorità garante per
l'infanzia e l'adolescenza e ospitata dal portale Skuola.net. A
partecipare sono stati 10.097 giovani tra i 14 e i 18 anni, per
la maggior parte iscritti a un liceo (72%) e in prevalenza di
sesso femminile (61%). Cinque i temi, contenuti in un
questionario redatto dalla Consulta delle ragazze e dei ragazzi
dell'Agia, sui quali i partecipanti sono stati chiamati a
esprimersi: spazi, didattica, tecnologie, valutazione e
territorio.
I ragazzi chiedono spazi laboratorio per l'apprendimento sul
campo (36%) e ambienti organizzati in funzione delle attività da
svolgere (21%). Per il 42% sarebbe importante avere o
valorizzare spazi extra-scolastici come ad esempio musei,
biblioteche e impianti sportivi. Il 73,7% considera molto
importante un maggiore dialogo tra docenti e studenti, con
momenti dedicati all'ascolto e allo scambio di opinioni. Una
simile percentuale (73,3%) di partecipanti alla consultazione
assegna notevole importanza al benessere scolastico in generale.
L'85,3% riconosce poi l'importanza di affiancare a un gruppo di
insegnamenti comuni alcune materie a scelta, mentre l'82,5%
sottolinea all'esigenza di semplificare i programmi e di
aggiungere discipline innovative. Tra le più gettonate: lingue
con docenti madrelingua (56,9%) e l'educazione in ambiente
digitale (50,6%). Per il 36% nelle valutazioni va valorizzato
il riconoscimento dell'impegno, per il 29% si deve tenere conto
anche delle diverse capacità dei ragazzi e per il 21% esse vanno
articolate attraverso differenti strumenti, come ad esempio il
giudizio più il voto. Promozioni e bocciature andrebbero riviste
poiché fanno riferimento a un modello di scuola oramai superato
(26,4% abbastanza d'accordo più 31,8% pienamente d'accordo). Per
evitare le bocciature complessivamente il 78,3% si dice
d'accordo che sarebbe necessario più dialogo tra alunni e
professori e tra studenti, docenti e genitori.
Secondo il 94% dei partecipanti alla "Scuola che vorrei" la
collaborazione tra istituti scolastici e territorio assume una
significativa importanza e andrebbe realizzata, per il 62%,
rendendo fruibili spazi sportivi e culturali alle comunità
locali al di fuori dell'orario scolastico. E per il 55%
attivando collegamenti tra scuole e associazioni/imprese esterne
e progetti di alternanza scuola-lavoro, per valorizzare gli
studenti nel loro territorio.
Per l'Autorità Garante per l'Infanzia Carla Garlatti "in un
momento come questo, nel quale gli studenti stanno chiedendo a
gran voce di essere ascoltati sul futuro dell'istruzione, la
consultazione 'La scuola che vorrei' promossa dall'Agia come
azione per realizzare il diritto alla partecipazione dei
minorenni assume un valore cruciale" ed annuncia: "Per questo
andrò dal Ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi per
invitarlo a prendere in considerazione queste risposte. Non solo
perché l'ascolto di ragazze e ragazzi sulle decisioni che li
riguardano è un preciso dovere previsto dalla Convenzione Onu
sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza sin dal 1989. Ma
perché, come ho avuto modo di ricordare con il 'Manifesto sulla
partecipazione' in occasione della Giornata mondiale
dell'infanzia, è giunto il momento che a questo diritto -
conclude - si dia veramente attuazione prendendo in adeguata
considerazione le loro richieste e i loro bisogni". (ANSA).