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Coronavirus: pediatra, anche i bimbi vanno responsabilizzati

Il clima di 'terrorismo' in famiglia è dannoso

Redazione ANSA ROMA

ROMA - Si può, anzi bisogna, essere chiari con i bambini sul coronavirus. Spiegare, nei limiti di quella che può essere la loro comprensione in base all'età, cos'è un virus, tranquillizzarli e parlare con loro di quelle che sono le regole per proteggersi, tra le quali lavare spesso le mani e' la principale. Bisogna anzi responsabilizzarli nel farlo anche autonomamente, non solo su richiesta di mamma e papà. Ma è importante non ingenerare ansia e preoccupazione: i piccoli non soffrono di dover in caso stare un po' di più a casa, quello che crea in loro difficoltà e' percepire nervosismo in famiglia. A evidenziarlo è il dottor Rocco Russo, della Società italiana di pediatria (Sip). "Occorre mantenere i nervi saldi e vivere in maniera chiara e consapevole la problematica, mettendo in atto tutte le strategie finalizzate ad essere protetti" spiega Russo.Riferendosi in particolar modo alle persone a cui viene chiesto di rimanere in casa al Nord per limitare il numero dei contagi l'esperto evidenzia che "questo per il bimbo non è un problema dal punto di vista psicologico. Può percepire il periodo come quello delle vacanze natalizie. E trova strumenti per potersi organizzare: gioca e fa quello che ha sempre fatto. L'unica cosa che può far male è il clima di ansia e 'terrorismo' nel nucleo familiare: questo è senz'altro più dannoso". Anche in casa non vanno dimenticate le norme igieniche: far si che il bimbo non baci il fratellino più piccolo se e' raffreddato, evitare in quel caso lo scambio di giochi. In generale, invece, nelle zone non direttamente colpite e' importante non negare ai piccoli il gioco all'aperto e relativamente alla scuola, oltre al ricambio dell'aria, tenere presente che occorre cautela nel contatto con soggetti raffreddati ed e' meglio non andarci se non si sta bene. Altra cosa importante, che può aiutare i bambini, per Russo "e' non percepire che gli adulti ghettizzano o colpevolizzano le persone di origine cinese, in particolare altri bimbi come loro". Quella del coronavirus può essere anche l'opportunità di parlare ai piccoli delle infezioni e della possibilità di prevenzione con i vaccini. (ANSA).
   

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