(ANSA) - ROMA, 16 GIU - Tra i neonati dei Paesi
industrializzati sta diminuendo la presenza, nell'intestino, di
batteri buoni fondamentali per la digestione del latte materno e
per lo sviluppo iniziale del microbioma intestinale. È quanto
emerge da uno studio della Stanford University School of
Medicine, pubblicato sulla rivista Science, che evidenzia come
questo fenomeno rischi di produrre un aumento di patologie come
quelle infiammatorie croniche dell'intestino.
Nello studio i ricercatori hanno confrontato i dati
relativi alla composizione batterica di un gruppo di bimbi
proveniente da diverse parti del mondo industrializzato con
quelli di alcuni neonati Hadza, gruppo etnico della Tanzania con
uno stile di vita tra i meno industrializzati al mondo.
Dalla ricerca è emerso che in questi ultimi bambini è
dominante il batterio Bifidobacterium infantis (o B. infantis),
noto per abbattere una classe speciale di zuccheri del latte
materno e per l'effetto benefico sul sistema immunitario e sullo
sviluppo del microbioma. Tra i neonati dei Paesi
industrializzati, invece, prevale il Bifidobacterium Breve, una
specie con capacità limitata di scomporre gli zuccheri del
latte.
Inoltre, anche tra i bambini allattati al seno, che in
genere hanno una maggiore quantità di specie batteriche
efficienti, la presenza di batteri benefici è comunque inferiore
rispetto a quanto rilevato nei bimbi delle aree non
industrializzate. I ricercatori ipotizzano che, in assenza di B.
infantis, il latte materno possa avere una capacità limitata di
innescare tutti i potenziali benefici per il bambino, sia nello
sviluppo del microbioma che nella salute generale.
Per i ricercatori, diversi fattori potrebbero avere portato
a questo svantaggio nelle nazioni industrializzate: il ricorso
al parto cesareo, che impedisce la condivisione di importanti
batteri vaginali; l'uso di antibiotici; i servizi
igienico-sanitari e una dieta ricca di grassi saturi, povera di
fibre alimentari e ricca di dolcificanti artificiali ed
emulsionanti. (ANSA).