(ANSA) - ROMA - Bombardati da pubblicità, sovraesposti a cyberbullismo e con sempre meno contatti 'faccia a faccia', bambini e adolescenti che usano troppo i social rischiano problemi di alimentazione e sessuali, oltre che fisici. A confermare i rischi crescenti della "depressione da Social" è una revisione della letteratura scientifica condotta dalla Società Italiana di Pediatria che ha analizzato 68 lavori condotti dal 2004 al 2022.
Pubblicata sulla rivista International Journal of environmental research of pubblic health, la review ha individuato in 19 studi, pari al 27% di quelli presi in esame, un'associazione significativa tra depressione e uso dei social, in primis Instagram, Tik-Tok e Youtube. "Non è chiaro se l'uso dei social porti a una maggiore depressione o se questi sintomi depressivi inducano le persone a cercare di più i social.
Comunque più tempo trascorrono sui dispositivi digitali, più alti sono i livelli di depressione, senza distinzioni geografiche", spiega Rino Agostiniani, consigliere Sip.
Non solo quindi disturbi del sonno, dipendenza, ansia, poca attività fisica, problemi alla vista o posturali, cefalea. I social e la tanta pubblicità pop-up possono alterare la percezione della sfera sessuale. Ma preoccupante è anche l'influenza sui disturbi dell'alimentazione, sia per la maggior esposizione al marketing di junk food, sia per la diffusione di messaggi pro-anoressia, "non più limitati a siti web, ma trasferiti su Snapchat, Facebook, Pinterest". La rete facilita poi il diffondersi del cyberbullismo (rilevato in 15 studi, il 22%) con una crescente divulgazione di messaggi aggressivi tramite immagini e video.
"Un uso non responsabile dei social può creare problemi sia dal punto di vista della gestione delle emozioni che delle difficoltà relazionali e scolastiche", afferma la presidente Sip Annamaria Staiano. "Il dialogo con amici e famiglie nonché l'attività fisica sono i migliori antidoti contro l'overdose da social e da chat online" in cui "gli spazi virtuali sostituiscono il contatto faccia a faccia", conclude Elena Bozzola, consigliere Sip. (ANSA).