La saliva dei diabetici potrebbe essere diversa da quella di persone sane ed esporli a maggior rischio di carie e di altre malattie del cavo orale.
Infatti uno studio condotto presso la Queen Mary University di Londra, che è stato presentato al meeting della International Association for Dental Research, mostra che molti pazienti diabetici soffrono di bocca secca e che a ciò si associa una saliva meno densa e povera di proteine protettive e di calcio.
Questa saliva di qualità compromessa espone i diabetici a maggior rischio di problemi di salute orale.
In questo studio, su una piccola casistica di pazienti diabetici e persone sane di controllo, è stata analizzata la composizione della saliva di ciascun volontario.
È emerso che nei pazienti diabetici con bocca secca la saliva è meno densa e quindi meno protettiva per la superficie dei denti che risultano quindi più esposti al rischio di erosione e di carie. Inoltre la saliva dei diabetici con bocca secca è anche carente di una molecola protettiva - la proteina MUC7 - e di calcio e questo contribuisce a creare un ambiente più acido nel cavo orale e quindi più a rischio per carie ed erosione dentale. Lo studio getta le basi per mettere a punto esami di screening preventivo non invasivi basati sull'analisi della saliva per la diagnosi precoce di carie o per la valutazione del rischio individuale di problemi dentali nei diabetici e non solo.
Il paziente diabetico è soggetto ad una serie di complicanze sistemiche che colpiscono organi sensibili come l'occhio, i reni, il sistema cardiocircolatorio e il sistema nervoso. La sesta complicanza del diabete è la parodontite che colpisce circa il 50% della popolazione, ricorda Luca Landi, presidente eletto della Società Italiana di Paeodontologia e Implantologia (SIdP). "Nel diabete, in particolare nel paziente diabetico anziano - afferma - è già nota una ridotta funzionalità delle ghiandole salivari con conseguente riduzione del flusso salivare, legata all'effetto della compromissione del microcircolo tipica del diabetico, all'effetto relativo all'invecchiamento dei tessuti ghiandolari e anche agli effetti collaterali dei farmaci che questi pazienti spesso prendono (ad esempio gli anti-ipertensivi)". "La prevalenza di riduzione del flusso salivare nei diabetici varia tra il 12 e il 53% - sottolinea l'esperto SIdP - ben più alta rispetto a quanto si rileva nei coetanei sani (0-30%) secondo uno studio pubblicato sul Journal of Diabetes Research". "Nello studio è interessante che sia stata rinvenuta la carenza di un marcatore proteico (MUC7) e del calcio, come marcatori di acidità salivare (fattore di rischio per carie e demineralizzazione)". Il paziente diabetico che ha una riduzione del flusso salivare ha quindi sicuramente un maggior rischio di carie e parodontite con un impatto potenziale su qualità e aspettativa di vita.
"Al momento, però - conclude Landi - è ancora solo futuribile l'idea di utilizzare la saliva per un test predittivo. Sarà comunque sempre più importante in futuro valutare il paziente diabetico anche per la riduzione del flusso salivare".