RIMINI - L'infiammazione delle gengive colpisce 20 milioni di italiani, mettendone a rischio la salute generale e anche il portafoglio. Curarle presto e bene farebbe risparmiare ogni anno almeno 3,5 miliardi di euro, riducendo anche il rischio di gravi malattie sistemiche. E' quanto emerge dal Congresso Internazionale della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP), in occasione del 20/mo Congresso Internazionale, in corso a Rimini da oggi al 25 settembre.
La parodontite, da moderata a grave, è ormai al quinto posto fra le malattie più frequenti nel mondo, con 8 milioni di italiani over 35 che ne soffrono e 3 milioni ad alto rischio di perdere uno o più denti per colpa della malattia. Il controllo della placca con una buona igiene orale e visite regolari dal dentista e dall'igienista dentale sono i capisaldi della prevenzione, che consente di intervenire tempestivamente riducendo i costi necessari per la sostituzione dei denti persi.
Ma il trattamento della parodontite riduce anche il rischio di peggioramento di gravi malattie quali l'aterosclerosi, il diabete e persino, come diversi studi hanno dimostrato, del Covid-19. Quattro, quindi, le raccomandazioni chiave condivise dagli esperti SIdP: potenziare prevenzione, diagnosi e gestione della parodontite, integrare maggiormente l'odontoiatria e l'assistenza sanitaria generale, promuovere campagne di sanità pubblica, migliorare l'accesso alle cure dentistiche.
"La parodontite si può prevenire ma negli ultimi 25 anni, nonostante i progressi scientifici in termini di prevenzione e gestione clinica della malattia, presenta di fatto una prevalenza invariata - osserva Luca Landi, presidente SIdP - Molti infatti vanno dal dentista solo in caso di problemi e urgenze limitando i controlli a causa dei costi". Bisognerebbe, invece, precisa, "garantire che eventuali problemi emergenti vengano affrontati mentre possono ancora essere risolti, perché le spese sono largamente inferiori per gestire una gengivite iniziale rispetto a una parodontite". Di qui l'appello degli esperti a "prevedere campagne di sanità pubblica anche nelle scuole e nelle strutture sanitarie per sensibilizzare tutta la popolazione, inclusi i meno abbienti, spesso più colpiti dalla malattia proprio per la minore possibilità di accesso alla prevenzione". (ANSA).